Hai un viaggio a Napoli in programma ma non sai ancora come districarti tra le innumerevoli cose da vedere in città?
Un buon punto di partenza potrebbe essere un itinerario alla scoperta delle opere d’arte più famose di Napoli!
Napoli è una città dalla storia millenaria, in cui si respira arte e cultura in ogni angolo.
Tutte le chiese di Napoli, i suoi musei e monumenti più famosi possono regalare delle emozioni indimenticabili a chi è in cerca di capolavori dell’arte dall’antichità ai giorni nostri.
Non è un caso che il suo intero centro storico sia stato nel 1995 dichiarato patrimonio Unesco e che le sue strade, anfratti e vicoli trabocchino di testimonianze storiche, opere di street art e perfino edicole sacre spesso risalenti al periodo del Barocco!
Di cosa parliamo in questo articolo
- Le 10 opere d’arte più famose di Napoli da non lasciarsi sfuggire
- Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino – Cappella Sansevero
- Vesuvius di Andy Warhol – Museo di Capodimonte
- Madonna con bambino di Botticelli – Museo di Capodimonte
- Le 7 opere della Misericordia – Cappella del Pio Monte della Misericordia
- San Gennaro e Caravaggio di Roxy – Piazza Cardinale Sisto Riario Sforza
- San Gennaro di Jorit – Quartiere Forcella
- Tesoro di San Gennaro – Museo di San Gennaro
- Senza titolo (Cavallo), 2006 di Mimmo Paladino – Museo Madre
- Memento Mori – Museo archeologico Nazionale di Napoli
- Toro Farnese – Museo archeologico Nazionale di Napoli
- La Flora di Stabiae – Museo archeologico Nazionale di Napoli
- Non ti resta che partire!
Le 10 opere d’arte più famose di Napoli da non lasciarsi sfuggire
Esistono però alcuni capolavori artistici che riteniamo particolarmente iconici, che nell’immaginario comune vengono più spesso associati a Napoli, forse perché ne ritraggono con maggiore impatto i suoi mille volti, le sue mille sfaccettature.
Ecco quindi le 10 opere d’arte più famose di Napoli che meglio di altre raccontano la città!
Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino – Cappella Sansevero
La nostra selezione di opere d’arte più famose di Napoli non può che partire dal monumento artistico e culturale più iconico della città!
Pochi sanno che il Cristo Velato fu inizialmente commissionato da Raimondo di Sangro ad Andrea Corradini, già autore della Pudicizia, racchiusa nella stessa Cappella Sansevero.
Con la morte prematura del Corradini nel 1752, la realizzazione dell’opera fu affidata al giovane Giuseppe Sanmartino, a cui oggi Napoli deve il suo capolavoro assoluto che attira quasi un milione di visitatori ogni anno.
Un’opera che suscitò l’ammirazione perfino del Canova, che si sarebbe privato volentieri di dieci anni di vita per poterne rivendicare la paternità!
Sono numerose le leggende che circondano quel velo sottile, quasi trasparente, che ammanta il Cristo Velato.
La più celebre attribuirebbe quell’effetto di precisione e realismo quasi impossibili alla magia e all’alchimia, grazie alle quali un velo di vero tessuto avrebbe potuto pietrificarsi e diventare marmo.
Ma la verità è che il Cristo Velato è perfetto proprio in quanto frutto del virtuosismo e l’ingegno del suo autore.
Vesuvius di Andy Warhol – Museo di Capodimonte
Napoli è sempre stata una fonte inesauribile d’ispirazione per molti artisti.
Sono tanti gli scrittori, poeti e pittori che all’ombra del Vesuvio hanno conosciuto il loro momento di maggiore impulso creativo.
Proprio quel Vesuvio, quell’amico pericoloso che nell’immaginario comune rappresenta uno dei timori più profondi della città, è anche il motivo principale della biodiversità campana e il protagonista assoluto dei ritratti più belli e iconici di Napoli!
Andy Warhol visitò più volte Napoli durante gli anni ‘80, ed ebbe modo di conoscere a fondo il temperamento dei napoletani.
Ed è proprio partendo dallo spirito dei napoletani, dal loro forte carattere e la loro proverbiale furbizia, che volle rappresentare a modo suo la città reinterpretando il vedutismo ottocentesco con quella che oggi è una delle opere d’arte più famose di Napoli in tutto il mondo.
Il Vesuvio è rappresentato nel momento drammatico di un’eruzione, ma dal suo cratere fuoriescono colori vivaci, traboccanti di vita.
E così anche un evento tragico e sconvolgente, come l’eruzione del Vesuvio, diventa un momento in cui si sprigiona la forza creativa e il desiderio di rinnovamento della città.
Madonna con bambino di Botticelli – Museo di Capodimonte
Questo capolavoro di Botticelli è esposto al Museo di Capodimonte.
In esso è rappresentata la Madonna che tiene in grembo il Bambino, sostenuto da due angioletti.
La straordinaria complessità e il dettaglio dei panneggi e l’espressione dei protagonisti del dipinto, assorta, rilassata e allo stesso tempo attraversata da un’aura di imperscrutabile malinconia obbliga lo spettatore a contemplarlo in silenzio.
Un’opera dall’intensa spiritualità che non dovrai lasciarti sfuggire!
Le 7 opere della Misericordia – Cappella del Pio Monte della Misericordia
Questa monumentale opera di Caravaggio è esposta nella Cappella del Pio Monte della Misericordia, in Via dei Tribunali 253.
Caravaggio visse a Napoli per due bienni, tra il 1606 e il 1610.
Un periodo tutto sommato breve, ma che gli consentì di lasciare un tratto distintivo in città e nella pittura napoletana, favorendone il passaggio a forme più moderne, cariche di quel realismo drammatico che aveva da sempre caratterizzato le sue opere.
Le 7 opere della Misericordia non fa eccezione: in essa sono rappresentate con incredibile realismo e impatto emotivo i precetti che Gesù dispose per i cristiani affinché potessero ascendere al Paradiso.
La scena, nonostante contenga numerosi riferimenti biblici e a opere classiche, sembra ambientata in un vicolo napoletano.
Tra le scene allegoriche che compongono il quadro, spicca quella che corrisponde al precetto di “Dar da mangiare agli affamati”, rappresentato da una donna intenta ad allattare un vecchio.
Si tratta di un riferimento al racconto di Valerio Massimo di Cimone in carcere allattato dalla figlia Pero.
Ma tutte le scene allegoriche rappresentano una visione d’insieme unica, caratterizzata dalla famosa “luce caravaggesca”.
E se vuoi saperne di più del periodo napoletano di Caravaggio, non lasciarti sfuggire il nostro itinerario delle sue opere visitabili in città!
San Gennaro e Caravaggio di Roxy – Piazza Cardinale Sisto Riario Sforza
Una delle artiste partenopee più eclettiche e pop che dominano la scena della street art napoletana è sicuramente Roxy in the Box, famosa per le coloratissime stampe in cui personaggi di ogni epoca si cimentano in faccende di tutti i giorni o si presentano con un divertente gioco di parole.
Molto famosa la sua Regina Elisabetta dalla gonna alzata come Marilyn Monroe, o la sua Madonna (la cantante) che vende caramelle insieme a Sophia Loren.
Una delle sue opere di street art che più resiste al tempo è quella di San Gennaro e Caravaggio, ritratti insieme a leggere il giornale a Piazza Cardinale Sisto Riario Sforza, attualmente protetta da una tavola in plexiglass.
San Gennaro di Jorit – Quartiere Forcella
Tra le opere d’arte più famose di Napoli, il San Gennaro di Jorit è una delle più recenti ma si è ritagliata un posto tutto speciale nel cuore dei napoletani.
Tra tutti gli artisti di strada forse Jorit è uno dei più famosi anche a livello internazionale: la sua “human tribe” non popola solo le strade di Ponticelli e Barra (famosissimo, qui, il suo ritratto di Maradona), ma anche New York e Israele.
Il suo imponente San Gennaro, che domina l’ingresso di Forcella a via Duomo, riprende il volto di un uomo comune, di tutti i giorni, di strada: il santo che incontra la vita quotidiana della città, si fonde in essa.
Una volta ammirato il murales, basta andare dritto per entrare a Forcella (e cercare la pizzeria da Michele, uno dei posti migliori dove mangiare a Napoli) o salire a sinistra per incrociare il Duomo e, perché no… visitare il Museo del Tesoro di San Gennaro!
Tesoro di San Gennaro – Museo di San Gennaro
Difficile stimare il valore del Tesoro di San Gennaro.
Per i soli due pezzi più famosi della collezione, la Mitra Gemmata e la Croce di Smeraldi, è stato stimato di recente un valore di circa 30 milioni di euro.
Al di là del suo valore economico, il Tesoro di San Gennaro merita di essere visitato per almeno tre ragioni:
- Potrai compiere un viaggio straordinario in almeno sette secoli di storia, attraverso la varietà delle opere donate negli anni alla Congregazione da re, regine, imperatori, uomini illustri e gente comune devota a San Gennaro;
- Coi suoi gioielli, le statue, i busti, i quadri e i tessuti pregiati, esso è una vera e propria galleria d’arte e di finissimo artigianato dal valore inestimabile;
- Si tratta di un esempio unico di devozione popolare, religiosità, folklore e leggende napoletane.
Una tappa di viaggio imperdibile se vuoi conoscere uno dei volti più mistici di Napoli!
Senza titolo (Cavallo), 2006 di Mimmo Paladino – Museo Madre
Questa scultura si staglia maestosa sulla terrazza del Museo Madre, fondendosi con un panorama che è già di per sé un’opera d’arte!
Si basa sulla combinazione di elementi scultorei figurativi (la statua del cavallo e i bassorilievi su questa inseriti) e di elementi architettonici (la struttura in blocchi regolari che ricorda l’opus quadratum degli antichi romani).
L’opera, che ricorda anche un po’ il cavallo di Troia, vuole svelare il senso inafferrabile della nostra storia, fatta di migrazioni e guerre, distruzione e rinascita.
Ma il Cavallo di Mimmo Paladino è solo una delle tante installazioni che potrai ammirare all’interno del Madre, una tappa da non perdere per tutti gli appassionati di arte contemporanea!
Memento Mori – Museo archeologico Nazionale di Napoli
Uno dei mosaici di Pompei più suggestivi tra quelli esposti al Museo archeologico Nazionale di Napoli.
Affollano la scena descritta dal mosaico una serie di oggetti e figure, e tra queste capeggia al centro un teschio con orecchie, che per l’autore rappresenta la fragilità e la caducità della vita.
Attorno a questo si muovono diverse figure, tra le quali sono presenti una farfalla, una ruota e due bastoni.
Se la farfalla rappresenta l’animo umano e la ruota la casualità del destino, i due bastoni simboleggiano invece la ricchezza e la povertà.
Il primo infatti è adornato di una stoffa pregiata color porpora, il secondo di una coperta logora.
Le intenzioni dell’autore sono chiare: siamo tutti uguali di fronte alla morte, a prescindere dal contesto sociale di provenienza.
Non stupisce che l’iconografia e il tema di questo mosaico siano davvero molto radicati nella cultura e l’immaginario napoletano.
Il soggetto principale del dipinto ha infatti un’indubbia somiglianza col più recente teschio con le orecchie della Chiesa di Santa Luciella, da sempre oggetto di culto e devozione.
Il tema del mosaico, l’uguaglianza di ciascun essere umano di fronte alla morte, ha ispirato spesso la letteratura e la poesia napoletana.
Il pensiero corre naturalmente alla famosissima ‘A livella di Totò!
Se vuoi saperne di più su quest’opera, ti consigliamo questo articolo di approfondimento!
Toro Farnese – Museo archeologico Nazionale di Napoli
Il MANN accoglie tra le sue sale molte delle opere d’arte più famose di Napoli, e tra queste non si può non citare il Toro Farnese.
Ogni volta che lo si ammira, inevitabilmente ci si immagina lo stupore e la meraviglia che devono aver provato i primi addetti agli scavi, avventuratisi nelle Terme di Caracalla nel 1546, ritrovatisi nel silenzio di quelle rovine al cospetto di quest’opera colossale, dimenticata per secoli.
Pare si tratti della più grande scultura dell’antichità giunta fino ai giorni nostri. Non stupisce che il suo ritrovamento abbia suscitato un’eco enorme già all’epoca della sua scoperta.
Il gruppo scultoreo descrive con incredibile realismo drammatico il supplizio di Dirce.
La regina di Tebe viene legata a un toro da Leto e Anfione, intenti a vendicare i soprusi subiti dalla madre Antiope per opera sua. La donna muore così dilaniata dalla furia incontenibile dell’animale in corsa.
Una scena affollata di personaggi, ricca di dettagli, ma che riesce perfettamente a trasmettere un’incredibile dinamicità e tensione!
La Flora di Stabiae – Museo archeologico Nazionale di Napoli
Una vera e propria star, non solo nel mondo dell’arte: è stata protagonista negli anni di numerosi manifesti pubblicitari e francobolli, ed è per questo un’opera che tutti riconoscono a prima vista.
La Flora di Stabiae fu rinvenuta in uno dei siti archeologici campani più belli dell’area vesuviana, quelli dell’antica Stabiae, ed è oggi esposta al MANN.
La divinità protagonista dell’affresco è ritratta di spalle, scalza, nell’atto di raccogliere un mazzo di fiori e con in mano una cornucopia, simbolo apotropaico di abbondanza.
Quell’alone di fascino e mistero che caratterizza il suo soggetto principale spiegano la sua amplissima diffusione anche fuori dai confini italiani e il fatto che abbia ispirato persino la matita di Milo Manara!
Non ti resta che partire!
Queste erano le opere d’arte più famose di Napoli che non dovrai assolutamente lasciarti sfuggire nella tua prima vacanza in città!
Noi di Napoliving ti aspettiamo nelle nostre camere, dotate di tutti i comfort di cui avrai bisogno durante il tuo viaggio!
Buongiorno
Avrebbe dovuto mettere anche le opere di jago che non sono tanto da meno di quelle citate
Ciao Tino, abbiamo fatto un riferimento al figlio velato in quest’articolo e sicuramente dedicheremo un blog post futuro alle opere di Jago.
Fare “pressioni” affinché quest’estate
la Rai
riproponga
“Stanotte a Napoli”
di Alberto Angela
(favolosissima…….)
Ciao Gaetano, proprio vero! Intanto puoi recuperarla su RaiPlay qui: https://www.raiplay.it/programmi/stanottea