Passeggiando per Napoli, secondo un itinerario che comprenda il centro storico, capiterà a tutti di imbattersi nell’imponente Duomo di Napoli.

Non è un luogo di interesse solo per i credenti, ma anche per tutti coloro che provano curiosità per la storia della città, il suo folklore e le sue leggende.

In questo articolo ti sveleremo molto di cosa c’è da sapere sia sul Duomo che sul Museo di San Gennaro, situato proprio lì accanto.

La storia del Duomo inizia in età angioina con l’arrivo in città del sovrano Carlo I D’Angiò.

Pronto a scoprirne di più facendo un salto nel tempo?

Duomo di Napoli: la storia

Carlo I D’Angiò, conte di Provenza, legittimato da Papa Clemente IV, entrò trionfalmente a Napoli come sovrano.

Fu accolto con estrema gioia dal popolo napoletano, speranzoso che il nuovo re riuscisse a ridare un ruolo importante alla città, un ruolo che da tempo Napoli stava perdendo in favore di Palermo.

Ciò avvenne quando Carlo I D’Angiò spostò la capitale del regno da Palermo a Napoli, ma i napoletani non potevano sapere che il prezzo di questa rivalutazione era che il governo di Carlo I D’Angiò sarebbe stato duro, aspro e rigido.

Politicamente si crearono forti tensioni e nel 1302, la Sicilia riuscì a sancire il distacco dal regno di Napoli: uno smacco indescrivibile per gli Angioini.

Carlo I d’Angiò provò a riprendersi grazie ad alcune vittorie militari, guadagnandosi la corona d’Albania, di Gerusalemme e un’alleanza col re d’Ungheria.

A questo punto, a Napoli iniziano le grandi opere edilizie, come la costruzione del Maschio Angioino, della Chiesa di Santa Chiara e del Duomo.

I lavori di costruzione iniziati con Carlo I D’Angiò, furono proseguiti in seguito sotto il regno di Carlo II e di Roberto D’Angiò, fino al completamento dell’edificio.

Duomo di Napoli: un capolavoro artistico stratificato

Il Duomo si trova nel cuore dell’antica città greco – romana e la sua realizzazione è avvenuta sull’area dove precedentemente si ergeva un tempio dedicato ad Apollo.

La zona dove è stato costruito aveva ospitato negli anni altri edifici di culto, come la Basilica di Santa Restituta, il Battistero di San Giovanni in Fonte e la Basilica di Santa Stefania: i primi due vennero inglobati nel progetto, mentre l’ultima fu distrutta.

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A ben guardarlo, il Duomo risulta essere un capolavoro artistico frutto di una stratificazione secolare, dovuta anche ai lavori di restauro e abbellimento realizzati in seguito ai due terremoti avvenuti a Napoli tra la metà del ‘300 e il ‘500, che danneggiarono molte parti della cattedrale.

Gli interventi di ricostruzione di stampo rinascimentale e barocco sono quelli che attirano e affascinano di più, come la Cappella del succorpo e la Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro.

Nel 1800, viene ricostruita la facciata e altri lavori di ristrutturazione vengono effettuati a causa dei danni riportati durante la seconda guerra mondiale.

Dopo aver ammirato la facciata, è il momento di entrare!

Duomo di Napoli: l’interno

L’interno del Duomo, così come la facciata, è stato ritoccato più volte e presenta una pianta a croce latina a tre navate.

Sul transetto rialzato rispetto alla navata centrale, è presente l’ingresso della Cappella del Succorpo, una grande opera del Rinascimento napoletano, voluta dal Cardinale Carafa e, molto probabilmente, ideata da Bramante.

Un ambiente completamente in marmo, dove sono conservate le reliquie di San Gennaro e una statua del Cardinale Carafa, realizzata da Tommaso Malvito.

Molti turisti confondono questa statua, pensando che sia una rappresentazione di San Gennaro, ma non è così!

Nella navata sinistra, ecco l’accesso alla vecchia Basilica Paleocristiana di Santa Restituta, fondata da Costantino I e inglobata nel Duomo.

Attualmente è una Cappella del Duomo, formata da tre navate separate da colonne in stile corinzio, recuperate dall’antico tempio di Apollo e dov’è visibile anche l’area archeologica.

Dalla navata destra, è possibile accedere alla Cappella del Tesoro di San Gennaro, dov’è custodito il sangue del santo e sono presenti marmi, dipinti e affreschi del barocco napoletano.

Nel 1527, il popolo napoletano, rappresentato dagli Eletti dei Sedili della città, formulò un voto solenne a San Gennaro

Con un vero contratto notarile stipulato con il Santo, rappresentato da 5 notai napoletani – essendo morto da tempo – i napoletani chiedevano protezione dalle sciagure che avevano flagellato la città – il colera, la guerra franco-spagnola e l’eruzione del Vesuvio –  in cambio della realizzazione di una nuova Cappella all’interno del Duomo dove custodire le Reliquie e il Tesoro

San Gennaro fece la grazia e nel 1646 fu inaugurata una nuova struttura, fondata dalla Deputazione della Real Cappella del Tesoro, dove ancora oggi sono custodite le reliquie e il Tesoro di San Gennaro. 

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Nacque così la devozione incondizionata del popolo napoletano per San Gennaro!

Museo di San Gennaro: arte e architettura

La Deputazione della Real Cappella del Tesoro realizzò una vera galleria d’arte, un capolavoro a partire dalla sua architettura, dal pavimento al cancello, fino al suo interno, arricchito di marmi pregiati, sculture e dipinti dei più grandi artisti. 

I meriti della Deputazione non si limitarono a questo: nel corso dei secoli, commissionò capolavori inestimabili e arricchì il patrimonio artistico della Cappella con i doni ricevuti da regnanti, imperatori, uomini illustri e gente comune.

Attualmente, tutte queste opere d’arte rappresentano il famoso Tesoro di San Gennaro, giunto integro fino a noi grazie alla protezione dei membri della Deputazione, susseguitesi nei secoli fino ad oggi

La Cappella del Tesoro di San Gennaro lascia senza fiato e, varcato il portone, trasporta in una dimensione senza tempo.

Il grande Cancello delimita il confine tra la Curia e la città di Napoli e, sullo stesso asse si trova l’Altare Maggiore, mentre altri due altari sono situati lateralmente.

Fu consacrata nel 1646 e al suo interno furono custodite le ampolle con il sangue del Santo, le reliquie e le statue dei Santi Compatroni.

Le ampolle col sangue sono protette in una cassaforte alle spalle dell’Altare Maggiore e per tre volte all’anno, alla presenza dell’Arcivescovo di Napoli e del popolo si attende la liquefazione.

La prima notizia storica documentata del miracolo è del 1389, quando un cronista medievale annota l’avvenuta liquefazione del sangue di San Gennaro.

Museo di San Gennaro: il Tesoro 

Il Tesoro di San Gennaro è uno straordinario viaggio di circa sette secoli, attraverso opere d’arte, che racchiudono devozione popolare, religiosità e folklore.

La collezione comprende gioielli, statue, busti, tessuti pregiati e dipinti dal valore inestimabile. Assolutamente da ammirare:

  • Il Reliquiario per il sangue di San Gennaro: il re Roberto D’Angiò volle che le ampolle fossero incastonate in una teca in argento dorato. In epoca barocca, fu realizzata la base con la corona, con al centro uno degli smeraldi più grandi al mondo;
  • La collana del busto di San Gennaro: rappresenta ben 250 anni di storia d’Europa, poiché la Deputazione incaricò l’orafo napoletano  Michele Dato di realizzare un ornamento per il Busto di San Gennaro, costituito da 13 grosse maglie d’oro con diamanti, smeraldi e rubini. Una volta finita la collana, la Deputazione pensò non fosse abbastanza preziosa e così nel corso dei secoli si è arricchita di preziosi donati da re e regine passati per Napoli o che abbiano regnato sulla città;
  • La Mitra Gemmata: questo copricapo è uno degli oggetti più preziosi al mondo, costituito da 3964 pietre preziose, 198 smeraldi, 168 rubini, 3.328 diamanti, il tutto per 18 kg di peso.
  • Le 4 statue d’argento dei Santi Compatroni;
  • 54 busti d’argento: rappresentano la testimonianza della storia dell’arte orafa e argentiera napoletana.
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Oltre al Tesoro, il percorso museale comprende le Sacrestie: la Cappella dell’Immacolata, l’Antisacrestia e la Sacrestia del Luca Giordano, che non erano mai state aperte al pubblico per quattro secoli.

Museo di San Gennaro: orari e biglietti

Gli orari di apertura del Museo di San Gennaro sono:

  • Da Lunedì a Sabato dalle 9:30 alle 17:30, con ultimo ingresso alle 17:30;
  • Domenica dalle 9:30 alle 13:30, con ultimo ingresso alle 13:00.

Presso la biglietteria, è possibile visualizzare il QR code per scaricare l’app guida multimediale del Museo gratuitamente.

La Biglietteria del Museo si trova all’ingresso della struttura e il costo è di €12 per l’esperienza completa con visita guidata.

Puoi anche prenotare il tuo biglietto online e saltare la fila.

Duomo e Museo di San Gennaro: come arrivare

Come avrai capito, leggendo il nostro articolo, tra il popolo napoletano e San Gennaro c’è un rapporto di fede e amore unico al mondo, che dura da 16 secoli, quindi non puoi perderti la visita al Duomo e al Museo di San Gennaro.

Prenotando una delle nostre camere di Napoliving, sei vicinissimo a questo luogo affascinante, distante circa 1km a piedi.

Uscito dal portone, gira a destra e prosegui per Corso Umberto fino a raggiungere Piazza Nicola Amore; da lì, svolta a sinistra e prosegui fino al Duomo, che troverai sulla tua destra.

Per ogni altra informazione, saremo a tua completa disposizione per aiutarti e consigliarti.