Quella che ti raccontiamo oggi è la storia di un piccolo gioiello restituito di recente alla città: la Chiesa di Santa Luciella ai Librai!
Abbandonata per lungo tempo, la chiesa è stata riportata alla luce grazie all’impegno degli abitanti della zona e dell’Associazione Respiriamo Arte, che sono riusciti a farne un piccolo luogo di culto e sede di tour guidati e eventi culturali.
La Chiesa di Santa Luciella è piccola, seminascosta in un vicolo, ma le sue mura racchiudono una storia antichissima.
Persino il vicolo che la ospita risale all’antica Roma ed era noto allora col nome di “vicus Cornelianus”.
L’intera zona, insomma, trabocca di storia!
Di cosa parliamo in questo articolo
Chiesa di Santa Luciella: la storia
Le prime attestazioni dell’esistenza della chiesa risalgono al periodo della sua fondazione, in epoca angioina.
Tre secoli dopo, agli inizi del XVII secolo, la chiesa era nota come Cappella dell’Arte dei Molinari o Mulinari (mugnai o lavoratori presso un mulino).
Si dovrà attendere il 1748 perché, a seguito di un rimaneggiamento, la Chiesa assumesse un aspetto molto simile a quello che ha oggi.
In quel periodo era già divenuta luogo di culto da parte della Corporazione dei Pipernieri dei Fabbricatori e dei Tagliamonti.
Il piperno è un materiale di roccia vulcanica molto diffuso e allora molto utilizzato a Napoli.
Lo ritroviamo in tanti dei suoi monumenti storici e religiosi. Un esempio tra tutti: la facciata in bugnato della Chiesa del Gesù Nuovo.
Ma perché il nome Santa Luciella?
Se il “diminutivo” è dovuto forse alle sue ridotte dimensioni ma anche alla necessità di distinguerla dalla Chiesa di Santa Lucia a Mare, il riferimento a Santa Lucia stessa si deve al fatto che quello fosse un luogo di culto della santa per i pipernieri.
Santa Lucia è infatti la protettrice degli occhi, e tra le cose che a quei tempi costituivano un rischio per questi c’era sicuramente la lavorazione di questa pietra lavica.
Come visitare la Chiesa di Santa Luciella ai Librai
La storia di Santa Luciella prende una svolta sfortunata col terremoto del 1980.
Danneggiata dal sisma, caduta in disuso, dimenticata dai più, la Chiesa versò per anni in un gravissimo stato di abbandono e degrado, fu adibita pesino a discarica abusiva.
La mole di rifiuti riversata al suo interno la rese di fatto inagibile e invalicabile per più di trent’anni.
Solo di recente, nel 2016 – dopo esser stata riscoperta da Respiriamo Arte – sono iniziati i lavori di restauro e recupero, culminati con la riapertura al pubblico nel 2019.
Esterni e interni della chiesa
All’esterno troverai ad accoglierti un piccolo campanile, un finestrone a disegno gotico e un ampio portale (ovviamente in piperno). Su di questo è impresso lo stemma dell’antica arciconfraternita.
Varcato l’ingresso, l’ambiente si apre su una navata rettangolare.
Sono presenti un altare maggiore ed altri due altari minori.
Di grande impatto l’altare minore dedicato proprio a Santa Lucia: le sue pareti sono affrescate da un’affascinante e variegata iconografia degli occhi.
È presente anche un coro e un organo settecentesco.
Ma la tua attenzione ricadrà sicuramente sul manichino esposto all’ingresso, che indossa la tipica uniforme con cappuccio dell’arciconfraternita risalente al tardo ‘700.
Il cappuccio aveva la duplice funzione di celare l’identità di chi partecipava al rito e di rappresentare il pudore e la vergogna per i peccati commessi in passato da questi.
Incredibile come una così preziosa testimonianza storica sia stata trovata in mezzo ai tanti rifiuti che avevano letteralmente sommerso la chiesa dagli anni ‘80 in poi.
La cripta sotterranea e il Teschio con le orecchie
La cripta sotterranea della chiesa custodisce ambienti con scolatoi e terresante e si presenta come il tipico luogo adibito al culto delle anime del purgatorio a Napoli.
Abbiamo già parlato di altri due luoghi adibiti a questo culto sul nostro blog: il Cimitero delle Fontanelle e la Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco.
E al pari di questi due luoghi, anche Santa Luciella vanta tra i teschi custoditi al suo interno una star: il Teschio con le orecchie!
Fino ai primi del ‘900, il teschio è stato oggetto di devozione da parte dei cittadini del quartiere, che gli rivolgevano le loro preghiere.
Si sperava che con le sue caratteristiche “orecchie” potesse udire queste suppliche e inviarle all’aldilà.
Ma com’è possibile che un teschio di secoli fa conservi ancora le sue orecchie?
Non le conserva, ovviamente!
Si tratta solo di un distaccamento osseo della calotta cranica, certo molto raro per l’effetto suggestivo e di somiglianza coi padiglioni auricolari che crea.
La sua somiglianza con un altro antichissimo simbolo di Napoli e della Campania, il teschio con orecchie ossee del Memento Mori di Pompei esposto al Museo Archeologico Nazionale, è impressionante!
Non sorprende che questo teschio così particolare – forse anche per la sua somiglianza con qualcosa di ben radicato nel nostro immaginario collettivo – abbia suscitato una tale devozione e sia stato oggetto di culto per così tanti anni!
Chiesa di Santa Luciella ai librai: orari e prezzi
Il sito è visitabile dal lunedì al sabato attraverso visite guidate che partono ogni mezz’ora dalle 9.00 alle 18.00.
Il costo del biglietto è di 5 € a persona.
Ti consigliamo però di metterti in contatto direttamente con l’associazione per aggiornarti su eventuali cambi d’orario e sulla possibilità di prenotare le visite al numero: +39 331 4209045
Conclusioni
Abbiamo sentito spesso storie come quelle della Chiesa di Santa Luciella: un luogo storico abbandonato a sé stesso.
Capita spesso di sentirsi impotenti di fronte all’idea che ci siano tanti patrimoni artistici e storici inaccessibili e silenziosi, privati di chi possa ammirarne la bellezza.
È solo grazie all’iniziativa di associazioni e cittadini se Santa Luciella ha avuto il suo riscatto e riceve, oggi, i visitatori e l’attenzione che merita.
Restaurare la Chiesa di Santa Luciella ha significato ridare voce alla storia, custodirne l’arte e restituire un luogo di identità alla cittadinanza.
Noi ti aspettiamo qui da Napoliving per darti altri consigli sui luoghi insoliti da visitare a Napoli!

Bellissimo articolo e bellissimo ritrovamento.
Ciao Antonio, grazie per il tuo commento! 🙂
Scriviamo sempre con più piacere un articolo quando si tratta di raccontare un percorso di valorizzazione di uno dei nostri tesori artistici!
Grazie per avermi fatto conoscere un pezzo della mia città.
Guida eccellente e molto cordiale
Ciao Giuseppe, grazie a te per il commento! 🙂