Coi suoi 2700 anni di vita, Napoli è una delle città più antiche e affascinanti in Italia e nel mondo.
Muoversi tra le sue strade significa non soltanto muoversi nello spazio ma anche a ritroso nel tempo.
Come tutte le città antiche, un’aura di mito e leggenda ammanta la sua storia, rendendo ogni suo anfratto o vicolo un enigma da risolvere, un segreto da scoprire o una superstizione a cui conviene credere.
Dal mito eponimo della fondazione della sirena Partenope, Napoli affonda le sue radici in un passato dove storia e leggenda, sacro e profano si confondono.
Un luogo dove storie di amori, intrighi e tradimenti convivono con munacielli dispettosi, anime del Purgatorio benevole e maghi filosofi.
Storie avvincenti, romantiche, talvolta crude e feroci. Ma tutte capaci di incantare chi le ascolta, proprio come una sirena!
Di cosa parliamo in questo articolo
- 10 luoghi magici o legati a leggende da visitare a Napoli
- Il Munaciello e Napoli Sotterranea
- La statua del Nilo e il culto della dea Iside
- Piazza Mercato e il crocifisso miracoloso
- San Gennaro, il Duomo e le Catacombe
- Il Diavolo e la Chiesa della Pietrasanta
- Il Fantasma del Chiostro di Santa Chiara
- La Cappella Sansevero e il principe alchimista
- La Chiesa del Gesù Nuovo e la sinfonia alchemica
- Virgilio e l’incantesimo di Castel dell’Ovo
- La Sirena Partenope e Napoli
10 luoghi magici o legati a leggende da visitare a Napoli
Scegliere pertanto tra le infinite leggende che si annidano tra le strade e i quartieri di Napoli quali raccontare è un compito arduo, quasi impossibile.
In questo articolo te ne racconteremo solo alcune, selezionate adottando un criterio particolare: abbiamo scelto leggende, miti e credenze magiche che fossero legate a luoghi di Napoli che è tutt’oggi possibile visitare.
Preparati dunque a un viaggio diverso dal solito, nel cuore più misterioso e esoterico di Napoli. E forse proprio per questo anche quello più emozionante!
Se desideri esplorare la Napoli magica e godere di un itinerario che includa i luoghi che citeremo in quest’articolo, non cercare oltre!
Il Munaciello e Napoli Sotterranea


Il nostro viaggio comincia nelle viscere di Napoli, nel labirinto di cunicoli e acquedotti noto oggi come Napoli Sotterranea. Il sito visitabile da via dei Tribunali è solo una parte di una rete che si estende per chilometri e che ha avuto un ruolo cruciale nella storia della città.
Durante l’assedio di Belisario e, più tardi, quello degli aragonesi, furono proprio i sotterranei a determinare la sorte delle battaglie. In tempi più recenti, nel corso della Seconda guerra mondiale, le gallerie divennero rifugio per gli abitanti sotto i bombardamenti.
Ma Napoli Sotterranea è anche la culla di una leggenda amatissima: quella del Munaciello. Descritto come un piccolo monaco dall’aspetto gnomesco, è uno spirito domestico che porta doni o fortuna, ma talvolta si diverte a combinare dispetti.
La versione più diffusa delle sue origini risale al 1445: l’amore segreto tra Caterina Frezza, figlia di un ricco mercante, e il giovane garzone Stefano Mariconda si concluse tragicamente.
Caterina, rinchiusa in convento, diede alla luce un bambino deforme, vestito con un saio che gli valse il soprannome di “munaciello”. Dopo la sua morte, la figura sopravvisse nell’immaginario popolare, simbolo degli esclusi e degli indesiderati.
Dietro la leggenda, però, c’è un fondamento storico. I “munacielli” erano probabilmente i pozzari, uomini minuti che curavano le cavità idriche. Con la loro mantella impermeabile, simile a una tunica, e le frequenti sortite nelle case del centro, alimentarono racconti di apparizioni e sparizioni misteriose.
Se questa storia ti ha appassionato e vuoi conoscere da vicino i luoghi che hanno ispirato questa leggenda, ti consigliamo una visita al sito di Napoli Sotterranea. Puoi prenotarla a questo link!
La statua del Nilo e il culto della dea Iside

Risaliamo ora in superficie, esattamente nel cuore del centro storico. Poco distante dal sito di Napoli Sotterranea, troverai una statua del Dio Nilo nell’omonima piazzetta, uno dei luoghi più affollati e nevralgici della città.
Per spiegare perché un monumento così insolito si trovi qui dobbiamo fare qualche passo indietro, di almeno due millenni, quando a Napoli era presente una nutrita comunità di alessandrini d’Egitto.
Il Nilo è rappresentato in questa statua come un uomo anziano, abbarbicato su una roccia da cui sgorga dell’acqua. La parte superiore del corpo è scoperta, la parte inferiore coperta da una veste. Sotto i suoi piedi una sfinge, un coccodrillo e dei bambini, simboli della vitalità e la fecondità del fiume e l’importanza che questo rivestiva per gli egiziani.
La statua è andata a lungo perduta ed è stata ritrovata acefala solo nel XII secolo. La mancanza della testa fece sì che fosse inizialmente scambiata per una figura femminile.
Si dovrà attendere il 1653 perché questa fosse restaurata e collocata dove è possibile ammirarla oggi. E il 2003 perché fosse integrata anche dell’ultimo pezzo mancante, la sfinge che giace ai piedi dell’uomo anziano.
Molti ritengono che in quell’area del centro sorgesse un antico tempio, luogo di misteriosi rituali e raduni esoterici ad opera cultisti della dea Iside.
L’esistenza del tempio e la sua collocazione non sono mai state provate, ma se volessimo trovare un alone di verità in questa leggenda, ci basterebbe volgere lo sguardo alla statua del Dio Nilo.
La statua è uno dei tanti simboli del rispetto reciproco con cui per secoli si sono incontrate e hanno convissuto diverse culture all’ombra del Vesuvio. Una tradizione di mescolanze e condivisione di saperi che va avanti ancora oggi, rappresentando la vera ricchezza e la forza della città.
Piazza Mercato e il crocifisso miracoloso

A Piazza Mercato le lancette del tempo sono scoccate spesso nelle ore più decisive per la storia di Napoli. È stata nel corso dei secoli teatro di rivolte, assedi, esecuzioni capitali e… miracoli!
Proprio così: come tutti i luoghi di Napoli ripetutamente toccati dalla storia, un’aura di fascino infatti avvolge questa piazza, ponendola al centro di numerose leggende.
La più nota risale al 1439, anno in cui l’assedio aragonese della città portò Renato d’Angiò a collocare le artiglierie reali sul campanile della Basilica del Carmine, trasformando di fatto la chiesa in una fortezza.
La chiesa divenne così un obiettivo militare strategico per gli aragonesi, che la presero costantemente di mira a colpi di bombarda. Fu proprio il proiettile di una di queste a sfondare l’abside della chiesa, puntando al crocifisso che si ergeva al suo interno. Secondo la leggenda però questi, per evitare il colpo, chinò il capo sulla spalla destra, restando così illeso.
La vicenda scosse profondamente non solo i napoletani ma lo stesso Alfonso V d’Aragona, che tre anni dopo, quando prese la città, decise come prima tappa di recarsi proprio alla Basilica, per venerare il crocifisso e farsi perdonare per aver letteralmente sfiorato il sacrilegio. Un gesto tanto clamoroso quanto calcolato per ingraziarsi i suoi nuovi sudditi.
Oggi è possibile ammirare il crocifisso solo per 8 giorni all’anno nel mese di gennaio, quando viene esposto al pubblico. Ma la Basilica del Carmine fortunatamente è aperta tutto l’anno.
Potrai ammirare i suoi marmi pregiati, i suoi affreschi variopinti e le scene bibliche affrescate nelle varie cappelle dal Solimena.
Ma soprattutto potrai scoprire tutto il fascino del luogo in cui ha preso vita una delle più popolari leggende della città, rimasta per secoli radicata nei cuori e nella devozione dei napoletani.
San Gennaro, il Duomo e le Catacombe

Parlare di luoghi misteriosi a Napoli significa inevitabilmente evocare San Gennaro, patrono amatissimo della città e protagonista di tradizioni che intrecciano fede, storia e leggenda.
La sua presenza si respira innanzitutto nel Duomo, imponente cattedrale di via Duomo, dove ogni anno si rinnova il miracolo dello “scioglimento del sangue”.
La tradizione racconta che, dopo il martirio, una donna di nome Eusebia raccolse in due ampolle il sangue del santo. Quel gesto nacque dalla meraviglia per il prodigio a cui aveva appena assistito: le belve dell’anfiteatro di Pozzuoli, che avrebbero dovuto sbranarlo, si erano inchinate davanti a lui.
Da allora, il sangue conservato è diventato la reliquia più amata dai napoletani.
Ogni 19 settembre, giorno dell’anniversario della sua morte, il sangue si scioglie e ciò è considerato un presagio favorevole per la città. Al contrario, quando il miracolo non avviene, aleggia un senso di malaugurio.
Molti parlano di superstizione, ma la tradizione ricorda che il sangue non si sciolse nel 1939 e 1940, agli inizi della Seconda guerra mondiale, nel 1943, poco prima dell’arrivo dei Nazisti, e nel 1973, anno dell’epidemia di colera.
Coincidenze o meno, questi eventi hanno reso il miracolo ancora più centrale nella memoria collettiva.
Accanto al Duomo si trova il Museo del Tesoro di San Gennaro, che custodisce ori e gioielli di valore inestimabile, ritenuti persino più preziosi del tesoro della regina Elisabetta II.
Infine, le Catacombe di San Gennaro: un’estesa area cimiteriale del II secolo d.C., situata sotto la collina di Capodimonte. Un luogo suggestivo e unico, che testimonia la profonda devozione della città per il suo santo protettore.
Il Diavolo e la Chiesa della Pietrasanta

La Chiesa di Pietrasanta nell’omonima piazzetta fu eretta nel 533 d.c., per volere del vescovo Pomponio.
Persuaso dalle dicerie che volevano il culto della dea Diana ancora molto radicato in quel punto della città, il Vescovo decise di costruire una chiesa proprio in quell’area. Ma non era solo la proliferazione di questi riti a preoccupare il vescovo.
Era molto diffusa allora la convinzione che il Diavolo vestito da maiale girasse per quelle strade, spaventando gli abitanti.
Per questo il Vescovo, dopo esser stato consigliato in sogno dalla Madonna, fece erigere la chiesa. Ogni anno nella chiesa un maiale veniva fatto sgozzare per scacciare il maligno.
Secondo la leggenda, ogni 27 ottobre, anniversario della fondazione, dalla Chiesa si irradia in tutta l’area circostante una diffusa sensazione di calma e benessere. Questo sarebbe dovuto alla presenza di una pietra santa nelle fondamenta dell’edificio.
Non avrai dunque molte occasioni per assistere al presunto miracolo di persona, ma potrai ammirare tutti i giorni dell’anno la Chiesa di Pietrasanta. Sia il suo campanile (tra le più antiche torri campanarie d’Italia) che la sua architettura interna conservano ancora numerosi elementi architettonici e iscrizioni di epoca romana.
Un piccolo gioiello da visitare assolutamente!
Il Fantasma del Chiostro di Santa Chiara

La Basilica di Santa Chiara è il luogo in cui fu incoronata Giovanna d’Angiò. E anche il luogo dove si pensa sia stata seppellita dopo il suo assassinio.
Questa giovane sovrana ereditò il trono giovanissima, in uno dei momenti più travagliati della storia del regno. Ma fu anche una delle regine più amate dai napoletani.
Secondo una leggenda, nell’anniversario della sua morte (il 22 maggio) il suo fantasma fa la sua comparsa nel chiostro della Basilica e si aggira tra i suoi viali. Chiunque incroci il suo sguardo è destinato a morte certa.
Per fortuna, nei restanti 364 giorni dell’anno, il chiostro maiolicato di Santa Chiara è un’oasi di pace e bellezza, che potrete ammirare senza correre il rischio di incappare in alcun fantasma.
I suoi variopinti affreschi seicenteschi lo rendono una vera e propria opera d’arte a cielo aperto, tutta da scoprire. Ma prima ti invitiamo a scoprirne di più con la nostra guida!
La Cappella Sansevero e il principe alchimista

Nel cuore del centro storico di Napoli, a pochi passi da Piazza San Domenico Maggiore, sorge uno dei luoghi più suggestivi e misteriosi della città: la Cappella Sansevero.
Piccola nelle dimensioni ma immensa nel fascino, custodisce capolavori barocchi che intrecciano arte, simbologia e leggenda.
La cappella fu voluta dal Principe di Sansevero, figura enigmatica e controversa, ricordata come scienziato, alchimista, stregone o genio visionario.
Egli la destinò a mausoleo della sua famiglia, arricchendola di opere d’arte uniche, molte delle quali percorse da simboli alchemici che ancora oggi affascinano studiosi e visitatori.
Tra le statue più celebri spicca la Pudicizia di Antonio Corradini, dedicata alla madre del Principe, morta a soli ventun anni. Il velo scolpito sul suo corpo appare incredibilmente leggero e reale, tanto da sembrare trasparente, mentre la lapide spezzata accanto a lei simboleggia la vita interrotta troppo presto.
Di grande impatto anche Il Disinganno, che raffigura il padre del Principe liberato da una rete da pesca grazie all’aiuto di un angelo. L’opera rappresenta il ravvedimento spirituale dell’uomo al termine di un’esistenza dissoluta.
Il vero fulcro della cappella resta però il Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino. Collocata al centro, questa scultura commuove per la delicatezza con cui il velo si posa sul corpo di Gesù.
Attorno ad essa nacquero leggende affascinanti, come l’idea che fosse realizzata con “marmo liquido”. In realtà, il capolavoro è prova della straordinaria abilità tecnica e dell’ingegno umano, principi a cui il Principe credeva profondamente.
Un luogo che incanta e sorprende, dove mito e arte si fondono.
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La Chiesa del Gesù Nuovo e la sinfonia alchemica

Sulla facciata della Chiesa del Gesù Nuovo, una delle più affascinanti di Napoli, si trovano misteriosi simboli incisi sulle bugne che ancora oggi alimentano leggende e interpretazioni contrastanti.
Secondo lo storico dell’arte Vincenzo De Pasquale e la sua equipe, si tratterebbe di iscrizioni in aramaico che, lette dal basso verso l’alto e da destra verso sinistra, formerebbero uno spartito musicale dal titolo evocativo: Enigma.
Altri, invece, sostengono che i segni siano legati a pratiche magico-esoteriche e all’alchimia. Questa visione trova sostegno nella presunta maledizione che avrebbe colpito i proprietari originari del palazzo, i quali sarebbero stati condannati a sventure e rovine finanziarie fino a perdere la dimora stessa.
La storia sembra confermarne in parte il destino: l’edificio, nato come palazzo nobiliare, passò tra varie famiglie fino a Ferrante Sanseverino, ultimo principe di Salerno.
Sostenitore del popolo nelle rivolte contro i viceré spagnoli che volevano imporre l’Inquisizione a Napoli, pagò con l’esilio e la confisca di tutti i suoi beni. Il palazzo fu quindi trasformato in luogo religioso e donato ai gesuiti.
Che si tratti di superstizione o meno, il Gesù Nuovo conserva un’aura enigmatica che affascina chiunque vi entri. All’interno, la chiesa barocca stupisce per la sua ricchezza e vivacità, con opere di maestri come Cosimo Fanzago, Luca Giordano e Francesco Solimena.
Virgilio e l’incantesimo di Castel dell’Ovo

Napoli è stata una città molto amata da artisti e scrittori di ogni epoca come Leopardi, Goethe, o la regina del Romanticismo: Mary Shelley.
Anche Publio Virgilio Marone, il poeta latino noto ai più semplicemente come Virgilio, è stato così colpito dal suo fascino da legarsi a essa per sempre.
Virgilio era considerato un vero e proprio mago e un alchimista, oltre che un poeta, e una delle sue più grandi magie era mirata a proteggere la città.
La leggenda più affascinante che lo riguarda, infatti, è legata proprio a un incantesimo di protezione che il poeta avrebbe fatto sulla città stessa e che coinvolge, strano a dirsi, un uovo.
Secondo la leggenda, Virgilio mise quest’uovo nelle fondamenta uno dei castelli più famosi di Napoli, Castel dell’Ovo, profetizzando che, rompendosi, l’intera città sarebbe crollata.
Oggi il Castel dell’Ovo è una splendida struttura che svetta imponente sul lungomare, e che merita assolutamente una visita: dalle sue mura più alte si può godere di una vista meravigliosa sul Golfo di Napoli, che ti lascerà assolutamente senza parole!
ATTENZIONE: Attualmente il castello è chiuso per lavori di rifacimento e ristrutturazione!
La Sirena Partenope e Napoli
Concludiamo da dove siamo partiti: il mito di Partenope che ha dato vita alla città.
Secondo la leggenda, la sirena Partenope, una delle creature più belle di tutti i mari, si lasciò morire sull’isolotto di Megaride dopo che Ulisse la rifiutò.
L’isolotto di Megaride si fuse con quello che oggi è il Borgo Marinaro, e la struggente storia di Partenope si mescolò così con la storia di Napoli. Una storia di devozione, dolore e sconfitta che culmina però nella rinascita.
E il luogo associato a quest’ultima leggenda? Napoli stessa! La poesia e la bellezza di questo mito fanno infatti di Napoli una meta unica al mondo.
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