Spaccanapoli, il cuore storico di Napoli, è il tratto del decumano inferiore che si estende per circa 1 km e ha una presenza radicata sin dai tempi della Magna Grecia

Il nome non è quello ufficiale, ma è più un termine che identifica una serie di strade consecutive.

Se guardi il decumano dall’alto del Belvedere di San Martino, è evidente il motivo per cui la strada viene chiamata così: sembra un taglio netto nel panorama urbano: Spaccanapoli, appunto!

Le strade considerate parte di Spaccanapoli iniziano quasi da Piazza Garibaldi, nella zona di Forcella, e includono Via Tupputi, Via Giudecca Vecchia e Via Vicaria Vecchia.

Subito dopo Via Duomo, si susseguono Via San Biagio dei Librai, che incrocia Via San Gregorio Armeno, poi Largo Corpo di Napoli e Piazzetta Nilo, fino a Piazza San Domenico Maggiore, dove la strada diventa Via Benedetto Croce.

Da Piazza del Gesù, prosegue come Via Domenico Capitelli, Via Maddaloni e, dopo Via Toledo, diventa Via Pasquale Scura e si dirige verso la Collina del Vomero.

Quest’ultima parte della strada è il risultato di una ristrutturazione urbana voluta dal viceré Pedro de Toledo per collegare la parte bassa di Napoli con quella alta.

Lungo tutto il percorso di Spaccanapoli si trovano numerosi monumenti, palazzi nobiliari, chiese e luoghi da visitare e sono davvero vicini alle nostre camere di Napoliving.

Esploriamo insieme tutte le attrazioni da vedere in questo nostro itinerario a piedi.

Cosa vedere a Spaccanapoli

Spaccanapoli è il cuore del centro storico di Napoli, che è riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO

Secondo la motivazione, il centro storico di Napoli racchiude tutti gli elementi essenziali che giustificano il suo eccezionale valore universale

L’impianto urbanistico ha un alto grado di autenticità e conserva notevoli testimonianze della Napoli greco-romana, così come la disposizione a scacchiera dei quartieri spagnoli del XVI secolo

Gli edifici pubblici e privati sono stati preservati nell’ambito dell’attuale tessuto urbano, mantenendo le loro caratteristiche spaziali, volumetriche e decorative.

Partendo da Forcella, seguiamo l’itinerario lungo Spaccanapoli fino a Via Pasquale Scura e scopriamo quali luoghi di interesse non puoi perdere lungo il percorso.

Forcella

San Gennaro di Jorit

Nella zona di Forcella si trova Via Vicaria Vecchia, che prende il nome dal Tribunale della Corte del Vicario istituito da Carlo I d’Angiò.

Dopo l’intervento di risanamento di Napoli alla fine del XIX secolo, il decumano fu esteso verso est come continuazione di Via Forcella, includendo Via Giudecca Vecchia e l’aggiunta di Via Tupputi.

Prima di attraversare Via Duomo e immergerti nell’atmosfera vivace di Spaccanapoli, fermati ad osservare la splendida opera di street art di Jorit: il San Gennaro.

Via San Biagio dei Librai

Attraversata la strada di Via Duomo, troverai San Biagio dei Librai, il cui nome deriva dai librai provenienti da tutta Europa nel XVII secolo, che scelsero questa strada per svolgere il loro lavoro e San Biagio come loro protettore.

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Il cranio del Santo fu portato dall’Oriente dalle suore armene e custodito in una cappella della Chiesa di San Gennaro all’Olmo, all’angolo con San Gregorio Armeno.

Uno dei membri di questa Confraternita dei Librai era Antonio Vico, padre del famoso storico napoletano Giambattista Vico, nato nella poverissima casa/bottega paterna al numero 31 di San Biagio dei Librai

Una targa commemorativa in suo onore è presente in questa strada.

Un’altra targa commemorativa importante si trova all’incrocio tra San Biagio dei Librai e San Gregorio Armeno, al numero 41, in memoria di Roberto Bracco, giornalista, scrittore e drammaturgo italiano. 

Nonostante sia stato candidato più volte al Premio Nobel per la Letteratura dal 1922 al 1926, a causa delle sue posizioni antifasciste intransigenti, il governo italiano pose il veto sul suo nome.

Attualmente, San Biagio dei Librai è rimasta solo nel nome, poiché i librai non sono più presenti e al loro posto troverete botteghe di arte sacra, orafi e artigiani del presepe.

Gli edifici principali e più importanti lungo San Biagio dei Librai includono:

  • il Palazzo di Diomede Carafa, dove nel 1476 nacque Gian Pietro Carafa, il futuro Papa Paolo IV; 
  • il Palazzo del Monte di Pietà;
  • il Palazzo di Capua Marigliano, dove nell’atrio si trova l’iscrizione che ricorda la “Congiura di Macchia”. Questo episodio storico si riferisce al fallito tentativo della nobiltà napoletana, nel 1701, di rovesciare il governo vicereale spagnolo tramite una cospirazione.

Ospedale delle Bambole

Ospedale delle bambole di Napoli

A metà fra San Gregorio Armeno e via Duomo, potrai ammirare

l’Ospedale delle Bambole, uno dei luoghi più curiosi e insoliti della città

La storia dell’Ospedale delle Bambole ha inizio alla fine del XIX secolo con Luigi Grassi, uno scenografo specializzato nella manutenzione di maschere, burattini e teatrini dei pupi napoletani.

All’epoca, le bambole non erano facilmente reperibili come lo sono oggi. Erano oggetti delicati e di grande valore. Sia che fossero fatte di ceramica che di stoffa, bastava poco per romperle.

Grassi possedeva un’incredibile abilità nella riparazione di oggetti, la sua mano era delicata e riusciva a restituire loro nuova vita.

Il suo laboratorio venne conosciuto in breve tempo come “L’Ospedale delle Bambole”. 

Largo Corpo di Napoli e Piazzetta Nilo

Piazzetta Nilo

Proseguendo lungo Via San Biagio dei Librai, si arriva a Largo Corpo di Napoli e Piazzetta Nilo.

Largo Corpo di Napoli prende il nome dalla presenza della statua del Dio Nilo

La storia di questa statua inizia durante l’epoca greco-romana, quando molti coloni egizi si stabilirono in città e decisero di commemorare la loro patria scolpendo una statua. 

Nel corso degli anni, la statua ha subito molte perdite e rifacimenti, tanto da perdere anche la testa per un periodo. 

A causa di questa mancanza di testa, la statua venne scambiata per una figura femminile e fu chiamata “Il Corpo di Napoli”

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Solo il 15 novembre 2014, dopo l’ultimo restauro, la statua del Dio Nilo è stata presentata nuovamente alla città di Napoli, anche se solo il busto, la spalla, il braccio sinistro e le gambe inferiori appartengono ancora alla statua originale.

Piazzetta Nilo prende il nome dalla statua, così come la Chiesa di Sant’Angelo al Nilo, che si trova lì e custodisce un’opera di Donatello: il sepolcro rinascimentale del Cardinale Rinaldo Brancaccio.

Proseguendo, si arriva a Piazza San Domenico Maggiore.

Piazza San Domenico Maggiore

Chiesa di San Domenico Maggiore

L’elegante Piazza San Domenico Maggiore è dominata dalla splendida Chiesa omonima e dall’obelisco del santo, eretto dal popolo napoletano dopo la peste del 1656. 

Durante l’occupazione greca, la piazza ospitava botteghe, un tempio e case residenziali.

Fai una breve deviazione e sali lungo Vico San Domenico Maggiore per raggiungere la Cappella Sansevero e ammirare il suo splendido Cristo Velato.

Via Benedetto Croce

Dopo Piazza San Domenico Maggiore, proseguiamo lungo Via Benedetto Croce.

È una strada suggestiva e ricca di dettagli storici e culturali, che prende il nome dallo storico e filosofo del dopoguerra Benedetto Croce, vissuto nel Palazzo Filomarino e che fondò l’Istituto di Studi Storici

In passato, questa via era conosciuta come Mariano Semmola e prima ancora come Via Trinità Maggiore.

I palazzi storici e nobiliari lungo Via Benedetto Croce includono:

  • il Palazzo Filomarino;
  • il Palazzo Tufarelli;
  • il Palazzo Venezia;
  • il Palazzo Carafa della Spina;
  • il Palazzo Pinelli. 

In particolare, il Palazzo Venezia, noto anche come Palazzo Capone, ha una storia ricca di eventi che hanno influenzato il destino della città. 

All’interno del palazzo, è possibile ammirare il giardino pensile, la Casina Pompeiana, la terrazza, la Sala delle Carrozze e la Grotta della Madonnina.

Chiesa Santa Luciella ai Librai

Chiesa di Santa Luciella - Teschio con le orecchie

Nel nostro itinerario di Spaccanapoli, possiamo includere anche la Chiesa di Santa Luciella ai Librai. Situata lungo Via Benedetto Croce, questa chiesa è un luogo di culto dedicato a Santa Lucia.

Dopo un periodo di abbandono prolungato, la Chiesa è stata riportata alla luce grazie all’impegno dei residenti della zona e dell’Associazione Respiriamo Arte.

Nonostante le dimensioni ridotte e la posizione appartata in un vicolo, le mura della Chiesa di Santa Luciella custodiscono una storia antichissima.

La cripta sotterranea offre un ambiente suggestivo con canali di scolo, caratterizzandosi come un tipico luogo dedicato al culto delle anime del purgatorio a Napoli.

Santa Luciella può vantare una “star” tra i teschi custoditi al suo interno: il Teschio con le orecchie!

I cittadini del quartiere gli rivolgevano le loro preghiere poiché grazie alle sue caratteristiche “orecchie”, pensavano potesse ascoltare le suppliche e trasmetterle all’aldilà.

Per maggiori informazioni, leggi il nostro articolo sulla Chiesa di Santa Luciella!

Piazza del Gesù

monastero di santa chiara e chiostro maiolicato

Prima di arrivare a Piazza del Gesù, all’estremità di Via Benedetto Croce, troverai il maestoso Monastero di Santa Chiara e il suo indimenticabile Chiostro maiolicato

La chiesa, voluta da re Roberto d’Angiò, ha 800 anni ed è stata testimone di numerosi eventi storici, anche se non ha resistito ai bombardamenti americani. 

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Tuttavia, è stata ricostruita nel 1953 con la stessa struttura voluta dal re. 

All’interno della Basilica di Santa Chiara si trova anche la cripta di sepoltura della Real Casa di Borbone-Due Sicilie.

Arrivati a Piazza del Gesù, che in passato era conosciuta come Piazza Oberdan e prima ancora come Piazza Trinità Maggiore, potrai ammirare l’obelisco dell’Immacolata al centro, attorno al quale si trovano palazzi storici e nobiliari come il Palazzo D’O Gas (o Palazzo Pignatelli di Monteleone), dove visse Edgar Degas, e la Chiesa del Gesù Nuovo con il suo affascinante bugnato. 

Altri edifici importanti in questa zona includono il Palazzo delle Congregazioni e il Palazzo Professa, oggi sede del liceo “Eleonora Pimentel Fonseca”.

Terminiamo il nostro percorso a Spaccanapoli arrivando a Via Domenico Capitelli, Via Maddaloni e Via Pasquale Scura.

Via Domenico Capitelli, Via Maddaloni e Via Pasquale Scura

Via Domenico Capitelli prende il nome dal Presidente dell’effimero parlamento napoletano del 1848. 

La strada era precedentemente conosciuta come Via Quercia a causa di una quercia che sporgeva dal muro di cinta del vicino giardino dei Pignatelli di Monteleone

Un punto di interesse lungo questa via è l’Ottica Cav. Raffaele Sacco dal 1802, che è affascinante non solo per essere una delle botteghe più antiche d’Italia, ma anche per la storia del suo proprietario. 

Una targa fuori dal negozio ricorda che quando nel 1835 Ferdinando II inaugurò la prima manifestazione di canto napoletano a Piedigrotta, Raffaele Sacco allietò tutti con i versi di “Te voglio bene assai e tu non pienz a me”

Anche se c’è chi contesta l’autenticità di Raffaele Sacco come autore di questi versi, ci piace pensare che sia stato lui a scriverli, con le melodie composte da Gaetano Donizetti.

Via Maddaloni prende il nome dal monumentale Palazzo Carafa di Maddaloni, che si trova dietro il Palazzo Doria d’Angri ed è uno dei principali edifici barocchi a Napoli

Il Palazzo Doria d’Angri, di proprietà di una famiglia di origini genovesi, si trova in Piazza 7 Settembre, precedentemente conosciuta come Largo dello Spirito Santo

È famoso perché Garibaldi visse lì dopo l’occupazione di Napoli nel 1860.

Ti aspettiamo da Napoliving!

Camera Sorrento Albergo Napoliving

Speriamo che questo itinerario a pochi passi a piedi dalle nostre camere ti sia utile e che ti porti indietro nel tempo, in epoche affascinanti per la storia di Napoli.

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