Nel nostro blog, ti portiamo spesso in giro per Napoli con percorsi studiati per farti scoprire quante più cose possibili, ottimizzando i tempi.

Oggi ti stupiremo, perché l’itinerario da fare sarà nel sottosuolo della città e non per vedere Napoli Sotterranea, la Galleria Borbonica, il Cimitero delle Fontanelle o le catacombe, ma per visitare la metropolitana.

Sì, hai letto bene, ti porteremo alla scoperta delle “Stazioni dell’Arte”, le fermate sulla linea 1 e sulla linea 6 che hanno coinvolto, per la loro realizzazione, più di 90 artisti nazionali, internazionali e locali.

Nel complesso sono 15 fermate, ospitano circa 200 opere d’arte e compongono un complesso artistico – funzionale di grande impatto visivo con tre finalità principali:

  1. Combinare l’utilizzo del trasporto pubblico con l’esposizione degli utenti all’arte contemporanea, per favorirne conoscenza e diffusione;
  2. Riqualificare grandi aree del tessuto urbano;
  3. Rendere gli spazi funzionali, efficienti e belli.

Il progetto delle “Stazioni dell’Arte” nasce nel 1995, nell’ambito della costruzione e del potenziamento della metropolitana del Comune di Napoli.

mappa stazioni metropolitana di napoli

Nel 2006, una delibera emanò le linee guide da seguire per la realizzazione di queste fermate, concepite come luoghi di transito e fruizione di arte, dando il via al progetto tutt’ora in corso.

L’arricchimento culturale e di valori estetici coniugato alla funzionalità è stato il motore delle Stazioni dell’Arte delle metropolitana di Napoli, del quale parleremo oggi.

Sei pronto per partire alla scoperta di questo percorso unico nel suo genere?

Garibaldi

stazione metropolitana garibaldi napoli

La fermata Garibaldi, nei pressi della stazione ferroviaria e nella parte meridionale dell’omonima piazza, è stata disegnata dall’architetto francese Dominique Perrault.

La parte esterna è costituita da un grande pergolato metallico in teflon forato, che ombreggia la sottostante piazza ipogea ricca di attività commerciali, anticamera dell’ingresso alla fermata della metropolitana.

Un unico grande ambiente illuminato dalla luce naturale, attraversato dagli incroci di scale mobili sospese che conducono alla banchina, a circa 40 metri di profondità.

L’interno è caratterizzato dalla predominanza dell’acciaio e ospita due opere di Michelangelo Pistoletto, artista italiano, animatore della corrente dell’arte povera

Sono pannelli in acciaio specchiante con serigrafie, a grandezza naturale, di fotografie di passeggeri in attesa o in cammino.

L’effetto ha davvero un forte impatto visivo quando scendi dalle scale mobili, poiché ti sembrerà di scorgere tante persone e, all’improvviso, ti accorgerai che in mezzo a loro ci sei anche tu, riflesso.

Le immagini statiche dell’opera d’arte si mescolano alle immagini in movimento riflesse dalla realtà.

Una volta arrivato alla banchina, se sei stato a Londra, capirai subito che questa napoletana è ispirata a quella della metropolitana londinese.

Duomo

La stazione Duomo porta la firma di Massimiliano e Doriana Fuksas, così come il restyling della soprastante Piazza Nicola Amore.

Durante gli scavi per la realizzazione della fermata sono stati rinvenuti resti del tempio dei Giochi Isolimpici istituiti da Augusto nel 2 d.C.

Questa scoperta ha portato alla modifica della progettazione iniziale per renderla adatta ad inglobare un’area museale di circa 1.000mq per consentire la fruizione e la tutela dei beni archeologici.

Al secondo livello interrato, l’esperienza percettiva cambia e il colore e le forme geometriche accompagnano il ritmo del viaggio in metropolitana.

Ti ritroverai geometrie esagonali intagliate nei rivestimenti di acciaio e retro illuminate con tecnologia Led multicolore.

Università

stazione metropolitana università napoli

La fermata Università si trova proprio vicino alle nostre camere di Napoliving ed è stata progettata dagli architetti Karim Rashid e Alessandro Mendini per dare cinque minuti di ispirazione alle persone che vanno al lavoro o all’università in metro.

Tutta la stazione eclettica e colorata è stata pensata per simboleggiare l’informazione e i linguaggi dell’era digitale, tanto è vero che, percorrendo le scale di accesso, sarai circondato da termini coniati a partire dagli anni ‘70, come “network”, “database”, “software”, stampate su rivestimenti in ceramica.

Nell’atrio di ingresso, superati i tornelli, ti ritroverai di fronte a 3 opere d’arte contemporanea:

  1. Ikon Lenticular: un light box retroilluminato con tecnologia LED, dove su un fondo bianco si stagliano figure dalla tridimensionalità virtuale, che sembrano muoversi ad ogni tuo spostamento;
  2. Synapsi: scultura in metallo raffigurante le sinapsi, capaci di mettere in comunicazione le cellule del nostro tessuto nervoso;
  3. Conversational Profile: quattro pilastri cilindrici rivestiti in corian nero, dove nei due centrali è possibile riconoscere, da qualsiasi punto di vista, due profili umani che dialogano.
Leggi Anche  Il Museo MADRE di Napoli: informazioni e orari

Procedendo verso le scale mobili, sarai accompagnato dalla luce della controsoffittatura di pannelli di cristallo traslucido, serigrafati in azzurro e rosa.

Al piano intermedio, sui gradini delle scale fisse, sono riprodotti i ritratti di Dante – in direzione Piscinola – e Beatrice – in direzione Garibaldi – un omaggio al legame tra cultura umanistica e saperi tecnologici.

Arrivato alla banchina, noterai alle spalle delle panchine, quattro grandi pannelli realizzati con il sistema lenticolare H3D, dove sono riprodotte figure tridimensionali che sembrano volteggiare nello spazio a seconda del tuo movimento.

Municipio

stazione metropolitana municipio napoli

Il progetto della stazione Municipio, proprio accanto al Maschio Angioino, è degli architetti portoghesi Àlvaro Siza ed Eduardo Souto de Moura.

I lavori sono iniziati nel 2003, ma il progetto originario ha dovuto subire 27 varianti a causa dei ritrovamenti archeologici avvenuti durante gli scavi e che è stato necessario inglobare nella struttura.

La storia raccontata dai reperti inizia dall’antico porto di Neapolis, continua con i resti dell’età angioina e testimonia i sistemi di difesa esterni al castello, realizzati prima da re Alfonso V di Aragona e, poi, dai viceré spagnoli, come i torrioni del Molo.

La fermata è così uno spazio logistico e museale allo stesso tempo, che ospiterà anche le antiche imbarcazioni rinvenute ed è un dialogo costante tra architetture moderne e preesistenze storiche.

All’interno è presente un’unica grande installazione artistica, un video – affresco, “Passaggi” di Michal Rovner: le immagini inviate da cinque proiettori di alta precisione si fondono con quelle disegnate a pastello e dipinte con colori ad acqua dall’artista.

All’esterno, nel piazzale davanti al palazzo del Municipio è stata ricollocata la Fontana del Nettuno, il grande gruppo marmoreo al quale dalla fine del 1500 lavorarono Domenico Fontana, Michelangelo Naccherino, Pietro Bernini e successivamente Cosimo Fanzago.

Toledo

La stazione Toledo è una delle più famose di questo complesso artistico: nel 2012, è stata premiata come la più impressionante d’Europa dal quotidiano The Daily Telegraph e nel 2014, è stata eletta come la più bella d’Europa dalla CNN.

Un grande orgoglio per tutti i napoletani, ma cos’ha di così affascinante questa fermata?

Il progetto è del designer spagnolo Óscar Tusquets Blanca e comprende anche l’area soprastante, trasformata in zona pedonale e riqualificata esteticamente.

La comunicazione tra esterno e interno è dovuta all’illuminazione proveniente dai sistemi lucernario, capaci di convogliare la luce solare nella fermata.

Per scoprire al meglio la stazione di Toledo procediamo per gradi:

  • Al primo piano interrato, potrai ammirare la perfetta integrazione dei resti della cinta muraria di età aragonese. Il colore predominante è il nero, che risalta i mosaici di William Kentridge: il primo, è una lunga processione di sagome scure sullo sfondo del progetto per la Ferrovia Centrale per la città di Napoli, 1906; il secondo, si intitola Bonifica dei quartieri bassi di Napoli in relazione alla ferrovia metropolitana, 1884;
  • Al secondo livello, il colore diventa un luminoso giallo che ricorda il tufo partenopeo fino a raggiungere piano zero, il livello del mare, caratterizzato da spettacolari mosaici di un azzurro che si fa sempre più intenso;
  • Nella sala sotterranea, al piano dei binari, domina la monumentale bocca ovale del Crater de luz di Robert Wilson, un grande cono che attraversa in profondità tutti i livelli della stazione; sulle pareti, potrai ammirare le Olas, onde in rilievo progettate da Oscar Tusquets Blanca; 
  • All’interno della galleria, sarai circondato dai pannelli del mare di Robert Wilson, dal titolo “By the sea… you and me”, light box a luce LED realizzati con tecnica lenticolare;
  • La seconda uscita della stazione Toledo in largo Montecalvario, progettata sempre da Oscar Tusquets, è arricchita da altre opere d’arte, come Razza Umana di Oliviero Toscani, due lunghi lightbox parte di uno studio fotografico sulla morfologia degli esseri umani.

Avrai capito che la visita alla fermata Toledo ti lascerà senza fiato, come fossi in apnea in fondo al mare.

Dante

Il progetto della fermata Dante è di Gae Aulenti e ha riguardato anche la risistemazione urbanistica dell’omonima piazza, mantenendo l’impianto settecentesco.

Gli accessi alla stazione sono stati realizzati in acciaio e cristallo trasparente, in modo da lasciare visibile l’emiciclo da ogni lato.

Nell’atrio della stazione, sono installate due tele di Carlo Alfano, pittore e scultore napoletano, mentre sulle scale che conducono al piano inferiore, è visibile un’opera di Joseph Kosuth, costituita da un passo del Convivio di Dante Alighieri, realizzato con tubolari di neon bianco.

Leggi Anche  Come visitare la Basilica della Santissima Annunziata di Napoli

La parete del piano inferiore ospita l’opera “Senza titolo” di Jannis Kounellis: dei simil binari tengono bloccato diversi oggetti, come scarpe maschili e femminili, locomotive di trenini giocattolo, un soprabito e un cappello.

Arrivato alla banchina, troverai il grande mosaico “Universo senza bombe, regno dei fiori. 7 angeli rossi”, opera di Nicola De Maria, una danza di piccole forme geometriche e 7 ovali rossi.

Museo

La stazione Museo è un progetto di Gae Aulenti ed è collegata sia esternamente che internamente alla stazione di Piazza Cavour.

Si presenta come un edificio in intonaco rosso pompeiano e pietra vesuviana, che ricorda il vicino Museo Archeologico Nazionale.

Potrai entrare attraverso 3 ingressi e in ognuno troverai qualche opera d’arte da ammirare:

  1. Nell’atrio d’ingresso della stazione, sarai accolto da una splendida statua dell’Ercole Farnese, un calco in vetroresina realizzato dall’Accademia di Belle Arti di Napoli;
  2. L’ingresso secondario ospita un calco in bronzo della monumentale Testa di cavallo detta “Carafa”;
  3. L’ingresso superiore ti accoglierà con la riproduzione in bronzo del Laocoonte, realizzato dalla Fonderia Storica Chiurazzi.

Oltre alle varie entrate, anche i corridoi interni ospitano dei capolavori:

  • I corridoi in direzione del Museo Archeologico mostrano le fotografie in bianco e nero, realizzate da Mimmo Jodice, degli Atleti e delle Danzatrici, le famose sculture della Villa dei Papiri di Ercolano;
  • Il passaggio di collegamento con il Museo Archeologico presenta “Stazione Neapolis”, l’esposizione didattica di alcuni reperti archeologici rinvenuti nel corso dei lavori di scavo;
  • Il corridoio che collega la stazione Museo alla stazione Cavour della Linea 2 ospita le opere di 4 fotografi campani: Luciano D’Alessandro, Fabio Donato, Antonio Biasucci  e Raffaela Mariniello.

Come avrai capito, la stazione Museo è una mostra gratuita assolutamente da non perdere!

Materdei

La stazione Materdei si trova in prossimità dell’Arenella, è stata progettata dall’architetto Alessandro Mendini e inaugurata nel 2003.

L’apertura di questa fermata ha donato nuova linfa vitale alla Piazza Scipione Ammirato, che la ospita, trasformandola in area pedonale con spazi verdi, nuovi arredi urbani e opere d’arte:

  • Carpe Diem: scultura in bronzo colorato di Luigi Serafini;
  • Rilievi in ceramica che rivestono l’ascensore esterno;
  • L’ingresso rivestito da mosaici, sormontato da una grande stella verde e gialla.

La piazza è caratterizzata dalla bellissima guglia in acciaio e vetri colorati, che dona luce naturale all’ingresso, rivestita all’interno dal mosaico di Sandro Chia con figurazioni marine.

La rampa di scale che conduce all’interno è caratterizzata da un mosaico con rilievi in ceramica di Luigi Ontani, raffigurante il mare nel quale nuotano creature fantastiche, scugnizzi napoletani e un Pulcinella.

Arrivato ai binari sarai circondato da pannelli in legno di Domenico Bianchi e coloratissimi Wall Drawings e una scultura in vetroresina di Sol LeWitt, padre della minimal art.

Le banchine sono arricchite da serigrafie colorate di Mathelda Balatresi, Anna Gili, Stefano Giovannoni, Robert Gliglorov, Denis Santachiara, Innocente e George Sowden.

Salvator Rosa

La stazione di Salvator Rosa, così come quella di Materdei, è stata progettata dall’Atelier Mendini ed è aperta dal 2001.

Affacciata su via Salvator Rosa all’Arenella, accoglie un ponte romano e somiglia ad un piccolo centro Pompidou napoletano, dove opere d’arte e architettoniche si fondono in armonia.

L’area circostante ha beneficiato di una riqualificazione, proprio grazie all’intervento di molti artisti, capaci di rendere anche i palazzi delle opere artistiche con l’installazione di numerosi mosaici in vetricolor.

All’esterno la presenza di un giardino terrazzato, con i livelli collegati da una scala mobile, presenta anche un piazzale dei giochi progettato da Salvatore Paladino e Mimmo Paladino, dove sul pavimento sono stati realizzati, a intarsi in travertino su pietra lavica, tre giochi praticabili, il tris, la campana e il labirinto.

Nello stesso piazzale si trova anche l’enorme mano in acciaio corten di Mimmo Paladino e il resto del percorso è costeggiato da opere di alcuni tra i protagonisti dell’arte contemporanea: Renato Barisani, Augusto Perez, Lucio Del Pezzo, Nino Longobardi, Riccardo Dalisi, Alex Mocika, Ugo Marano.

L’edificio interno della stazione è molto eclettico e variegato: si inizia con linee essenziali e marmo dorato, proseguendo con la guglia in acciaio e vetri colorati, per finire con i tunnel delle scale mobili rivestiti d’acciaio.

Quattro Giornate

La stazione di Quattro Giornate è un progetto dell’architetto Domenico Orlacchio, inaugurata nel 2001, che ha donato allo spazio antistante lo Stadio Collana un aspetto innovativo.

Leggi Anche  I 10 Migliori Caffè di Napoli: dalla tradizione all'innovazione

Nella piazza potrai ammirare la grande scultura metallica di Renato Barisani e i due bronzi di atleti di Lydia Cottone.

La fermata è dedicata alle giornate dell’insurrezione che liberò Napoli dall’occupazione nazista e ospita  i rilievi in bronzo e i dipinti di Nino Longobardi, ispirati alla Resistenza napoletana.

All’interno, andando verso le banchine, troverai:

  • Le scene di caccia e i “guerrieri” di Sergio Fermariello;
  • La scultura in lamiera di alluminio accartocciata di Baldo Diodato;
  • L’installazione “Sabe que la lucha es cruel” di Anna Sargenti.

Il percorso di risalita verso l’uscita ospita altre opere come le teche di Umberto Manzo, un olio su tela di Maurizio Cannavacciuolo, quattro sculture bianche “Le Combattenti” di Marisa Albanese e la suggestiva gigantesca immagine fotografica di Betty Bee imprigionata in un light box.

Vanvitelli

La stazione Vanvitelli è un progetto di Michele Capobianco, affacciata sull’omonima piazza al Vomero, è stata inaugurata nel 1993.

Gli ambienti sono luminosi e caratterizzati da un’attenta scelta dei colori: sfumature di blu, lilla e giallo.

Nell’atrio d’ingresso potrai ammirare Off limits, un’opera di Giulio Paolini, e ti sembrerà che il masso stia per infrangere la gabbia di vetro in cui è imprigionato.

I corridoi verso i binari mostrano due strisce di Vettor Pisani, Oriente e Occidente, e due stampe fotografiche, realizzate da Gabriele Basilico.

Alzando la testa vedrai la spirale blu in neon sabbiato, policarbonato e carta di Mario Merz, realizzata dall’artista poco prima di morire, che prosegue sul muro del livello intermedio dove sono raffigurati alcuni animali preistorici.

Sempre nel piano intermedio, due stelle in acciaio di Gilberto Zorio e all’incrocio tra i corridoi verso i binari in direzione Dante e Piscinola, otto cilindri in metallo, i Pozzi, prodotti con cristallo, cera, vetro e pigmenti in polvere.

Nei pressi delle banchine, ci sono due grandi mosaici in pietra e pasta vitrea di Isabella Ducrot.

Rione Alto

La stazione Rione Alto è stata inaugurata nel 2002 e presenta numerose installazioni di artisti di fama internazionale e di giovani emergenti napoletani.

La struttura esterna con cupole di acciaio e vetro per ciascun ingresso è arricchita da un mosaico di Achille Cevoli.

L’atrio ti accoglierà con i Wall drawings di David Tremlett, mentre tra i tapis roulant e le scale mobili, incontrerai:

  • I sette pannelli polimaterici del napoletano Giuseppe Zevola;
  • Le sequenze di volti di Katharina Sieverding;
  •  i due light-box di Giovanna Bianco e Pino Valente, che ti sovrastano dall’alto delle volte.

Alla fine della discesa, ti accompagneranno fino alle banchine i calciatori in azione di Marco Anelli e la mostra permanente di artisti emergenti: Pennacchio Argentato, Donatella Di Cicco, Danilo Donzelli, Pina Gigi, Ivan Malerba e Marco Zezza.

FELImetrò, la stazione Piscinola/Scampia

Negli spazi della stazione Piscinola/Scampia rivive il genio artistico di Felice Pignataro, muralista e fondatore del Gridas di Scampia.

La città di Napoli gli ha dedicato dodici installazioni su grandi pannelli con una selezione di oltre venti tra i lavori più significativi della sua produzione murale.

21 locandine disegnate dal 1983 al 2003 da questo artista che al riscatto di Scampia e dei suoi cittadini dedicò gran parte del suo lavoro.

Le stazioni dell’arte della metropolitana di Napoli: la linea 6

Queste sono le Stazioni dell’Arte della Linea 1 della metropolitana di Napoli, mentre altre 4 sono sulla linea 6:

  1. Mergellina: sono presenti due mosaici dell’artista Gerhard Merz sulle pareti laterali e i cancelli d’ingresso sono stati prodotti da Alan Fletcher, uno dei maggiori grafici internazionali, creando un motivo con le parole “Mergellina” e “metropolitana”, ritagliate nel ferro;
  2. Lala: si trova nel quartiere Fuorigrotta e all’interno sono presenti cinque stampe fotografiche prodotte da alcuni artisti contemporanei.
  3. Augusto: accoglie una serie di light box di Franco Scognamiglio dedicati alla vita di Galileo Galilei.
  4. Mostra: ospita tre mosaici realizzati da Costantino Buccolieri e al piano mezzanino di collegamento con la ferrovia Cumana accoglie alcune fotografie di Pino Musi.

Conclusioni

In questo itinerario sotterraneo, ti abbiamo voluto dare un’idea di un percorso alternativo per scoprire l’arte presente a Napoli.

Ti aspettiamo per ospitarti a Napoliving e scoprirne ancora di più!