Gli scavi archeologici di Stabia, situati nel comune di Castellammare di Stabia, rappresentano uno dei tesori meno noti dell’archeologia romana.
A differenza di Pompei e Ercolano, mete più celebri e affollate dal turismo di massa, il sito di Stabia, così come quello di Oplontis, offrono un’esperienza più intima, ma altrettanto affascinante.
Stabia era una rinomata località di villeggiatura per l’élite romana, che edificò splendide ville immerse nella natura e affacciate sul mare, ricche di affreschi, mosaici e decorazioni raffinate.
Questo sito archeologico, ancora parzialmente inesplorato, è una testimonianza eccezionale della vita quotidiana e dell’architettura di lusso della classe patrizia romana.
Se ami l’archeologia e hai prenotato una delle nostre camere di Napoliving, questa è una delle tappe assolutamente da inserire nel tuo itinerario.
Di cosa parliamo in questo articolo
Scavi di Stabia: storia
Gli scavi di Stabia iniziarono il 7 giugno 1749, su ordine di Carlo III di Borbone, appassionato di antichità e furono diretti dall’ingegnere spagnolo Roque Joaquín de Alcubierre, coadiuvato dallo svizzero Karl Weber.
Durante questi primi scavi, condotti tramite cunicoli sotterranei, furono rinvenute diverse ville con impianti urbani, strade e botteghe. Tuttavia, le esplorazioni del tempo erano spesso discontinue, e molte aree furono abbandonate se i reperti non venivano considerati “interessanti” per essere esposti nel Museo Borbonico di Portici.
Dopo una pausa, nel 1950 circa, gli scavi ripresero sotto la guida di Libero D’Orsi, con un approccio più sistematico che permise di riportare alla luce gran parte delle ville e nel 1957 venne inaugurato l’Antiquarium stabiano, dove conservare molti dei reperti rinvenuti, in particolare affreschi, monili e oggetti di vita quotidiana.
Sebbene Stabia sia famosa per le sue ville residenziali, la città rivestiva un ruolo importante anche dal punto di vista economico e strategico.
Fondata in epoca arcaica (VIII secolo a.C.), era uno dei principali centri commerciali della regione vesuviana, grazie alla sua posizione favorevole lungo le rotte mediterranee.
Le ville rustiche emerse dagli scavi dimostrano l’importanza delle attività agricole e produttive nella zona, con fattorie dotate di spazi per la lavorazione e la conservazione dei prodotti agricoli.
Gli oggetti ritrovati nelle necropoli stabiane, come ceramiche di manifattura etrusca e greca, testimoniano gli scambi commerciali e culturali tra Stabia e altre civiltà dell’epoca.
Questi reperti sottolineano la rilevanza della città già in epoca pre-romana, rendendo il sito un importante centro di produzione e commercio nella Campania antica.
Le Ville di Stabia
Le ville di Stabia rappresentano esempi straordinari delle cosiddette “villae d’otium” romane, costruite come residenze di lusso per la classe patrizia.
Situate su un promontorio panoramico, offrivano ampie vedute sul Golfo di Napoli, con sontuosi spazi dedicati al relax, alle attività termali e alla convivialità. Tra le più note ci sono Villa San Marco e Villa Arianna, entrambe custodi di preziosi affreschi e mosaici.
Le ville di Stabia non erano semplici abitazioni, ma vere e proprie residenze di lusso dotate di tutti i comfort per il riposo e la cura del corpo.
Questi edifici presentavano numerose sale, portici, giardini, ninfei e aree termali, decorati con affreschi e mosaici di altissimo livello artistico. Gli interni delle ville erano suddivisi in vari ambienti: l’atrio per l’accoglienza, il peristilio circondato da colonne, i cubicula per il riposo, e le stanze termali per il relax.
Le decorazioni parietali di Villa Arianna e Villa San Marco rappresentano alcuni degli esempi più preziosi dello stile pompeiano, con figure mitologiche, scene di paesaggio, maschere teatrali e miniature dettagliate.
I mosaici pavimentali, con motivi geometrici e floreali, completano questo ricco apparato decorativo, che esprime il gusto raffinato dei committenti romani.
Villa San Marco: un tesoro di epoca Giulio-Claudia
Villa San Marco è una delle ville più grandi dell’area e si estendende su una superficie di circa 11.000 mq. Protetta per secoli dallo spesso strato di cenere vulcanica depositato dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., conserva ancora oggi molti degli affreschi originali in Terzo Stile, tipico dell’epoca giulio-claudia.
L’atrio della villa, con il caratteristico impluvium per la raccolta dell’acqua piovana, è circondato da ambienti decorati con stucchi raffinati e decorazioni parietali dai colori vivaci.
Tra gli ambienti principali si trovano il triclinium estivo e i quartieri termali, simboli del lusso e dell’agio di cui godevano i nobili romani.
Le terme private, dotate di calidarium, tepidarium e frigidarium, testimoniano l’importanza delle attività balneari e curative nella vita quotidiana dei patrizi romani.
Villa Arianna: un capolavoro di affreschi
Villa Arianna, la più antica delle ville stabiane, deve il suo nome a un affresco mitologico raffigurante “Arianna abbandonata da Teseo” nel triclinium.
Scavata tra il 1757 e il 1762, questa villa si estende su circa 2500 mq e presenta una struttura architettonica complessa, adattata alla conformazione collinare.
Una delle sue caratteristiche uniche è il grande atrio in stile tuscanico, senza colonne, con impluvium centrale e pavimento a mosaico.
Gli affreschi di Villa Arianna, con le loro delicate raffigurazioni mitologiche e decorative, sono tra i più raffinati dell’antichità romana. Alcuni di questi, come “La Flora di Stabiae”, sono conservati al Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) e rappresentano un vero e proprio capolavoro di grazia e bellezza.
Nei saloni principali della villa, le pareti sono decorate con scene ispirate a Dioniso e al mondo mitologico, con figure quasi a grandezza naturale e paesaggi ricchi di dettagli.
Visitare gli Scavi di Stabia
Gli scavi di Stabia sono aperti tutti i giorni dalle 8:30 fino a un’ora prima del tramonto, tranne nei giorni festivi del 1 gennaio, 1 maggio e 25 dicembre.
La visita offre un percorso tra i resti di Villa San Marco e Villa Arianna, dove potrai ammirare gli affreschi originali, i mosaici pavimentali e le strutture architettoniche ancora perfettamente conservate.
Se desideri un’esperienza unica, sono disponibili visite guidate che permettono di conoscere la storia delle ville e dei personaggi che le abitavano. Rappresentano un’occasione unica per esplorare uno dei luoghi più suggestivi della Campania antica, lontano dal caos delle mete turistiche più frequentate.
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Ti aspettiamo da Napoliving!
Gli scavi archeologici di Stabia sono un autentico tesoro della cultura romana, in grado di offrire uno sguardo privilegiato sulla vita e le abitudini dell’élite dell’antica Roma.
Se hai prenotato una delle nostre accoglienti camere in questa pagina, per raggiungere gli Scavi Archeologici di Stabia da Napoliving hai alcune opzioni di trasporto da prendere in considerazione:
1. In Treno e Autobus
- Da Napoliving raggiungi la stazione di Piazza Garibaldi, che si trova a circa 10 minuti a piedi da Corso Umberto I.
- Prendi il treno Circumvesuviana in direzione di Sorrento e scendi alla fermata Castellammare di Stabia. La durata del viaggio in treno è di circa 30-35 minuti.
- Una volta a Castellammare di Stabia, puoi prendere l’autobus locale (come la linea 1 di EAV) per raggiungere gli Scavi Archeologici di Stabia, situati a pochi chilometri dalla stazione. In alternativa, è possibile fare una passeggiata, ma parliamo di circa 30-40 minuti a piedi.
2. In Auto
- Da Corso Umberto I, prendi l’Autostrada A3 (Napoli-Salerno) in direzione Salerno/Reggio Calabria.
- Prendi l’uscita per Castellammare di Stabia e segui le indicazioni per gli Scavi Archeologici di Stabia.
- Tempo di percorrenza: Circa 35 minuti, a seconda del traffico.
Il nostro consiglio è quello di prenotare un’escursione guidata con trasporto incluso, per garantirti comodità e praticità.
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Sara Daniele, copywriter, blogger, travel marketer. Laureata in Lingue e Letterature Straniere. Napoletana di origine e di indole, ho vissuto per due mesi a Londra e una parte del mio cuore è rimasta lì. Mi sento cittadina del mondo, ma l’odore del caffè mi riporta sempre a casa. Ho trovato la mia dimensione nel blogging e nei social media, perché uniscono le tre cose che più mi piacciono: le parole, le connessioni umane e la comunicazione.