Il 2020 è stato un anno dedicato alla riscoperta di una figura iconica nell’arte del Seicento, una donna che sfidò le convenzioni del suo tempo per emergere nel mondo prevalentemente maschilista della pittura: Artemisia Gentileschi.
Una città dove l’eredità artistica di Artemisia si intreccia in modo profondo e suggestivo con i luoghi è Napoli.
Artemisia Gentileschi non è stata solo una delle poche donne a spiccare nel panorama artistico dell’epoca barocca, ma forse l’unica a conquistare un posto di rilievo in quello stridente mondo maschilista della pittura.
Napoli, la città dove l’artista ha lavorato e ha trascorso gli ultimi anni della sua vita fino alla sua morte nel 1656, è un luogo intriso della sua straordinaria creatività. Qui, nei musei, sono custodite alcune delle opere più significative di Artemisia Gentileschi.
Se sei un appassionato d’arte o semplicemente desideri immergerti nella storia di questa pittrice rivoluzionaria, prenotare una delle nostre camere è il primo passo per avvicinarti all’universo artistico di Artemisia. Potrai facilmente raggiungere la maggior parte dei luoghi citati.
In questo articolo, esploreremo insieme le opere di Artemisia Gentileschi a Napoli.
Di cosa parliamo in questo articolo
Artemisia Gentileschi: chi era
Artemisia Gentileschi, una delle rare pittrici donne del XVII secolo, nacque a Roma nel 1593 e morì a Napoli nel 1653, lasciando un notevole lascito artistico nella nostra città.
Figlia del pittore Orazio Gentileschi, ebbe l’opportunità di osservare da vicino opere di maestri rinomati come Caravaggio, Annibale Carracci, Guido Reni e Domenichino grazie all’influenza paterna.
Da giovane, Artemisia si distinse per la sua comprensione del realismo caravaggesco e nel 1612 dipinse “Giuditta che decapita Oloferne,” un capolavoro oggi conservato al museo di Capodimonte a Napoli.
Un evento tragico l’anno precedente avrebbe un impatto duraturo sulla sua arte. Nel 1611, fu vittima di un brutale atto di violenza da parte del pittore Agostino Tassi, che portò a un processo pubblico e controverso. Nonostante la tortura subita durante il processo, Artemisia mantenne la sua denuncia. Questo evento segnò profondamente la sua vita e influenzò il realismo e la rabbia repressa nelle sue opere.
Dopo aver lasciato Roma per Firenze, Artemisia si sposò e divenne la prima donna ad essere ammessa nell’Accademia del disegno fiorentina nel 1616. Tuttavia, la sua vita fu tormentata dai debiti del marito, costringendola a lasciare Firenze nel 1620. Successivamente, viaggiò tra Genova, Venezia e Napoli, dove influenzò notevolmente la scena artistica locale.
Durante il suo soggiorno a Napoli tra il 1630 e il 1637, Artemisia incontrò Velázquez e collaborò con lui per la regina Maria d’Austria. Successivamente, si trasferì a Londra, dove lavorò con suo padre, diventato pittore di corte della regina Enrichetta Maria. Sebbene fosse ben accolta e ricevesse incarichi, non ebbe la stessa visibilità dei suoi colleghi.
Artemisia fece un secondo ritorno a Napoli tra il 1640 e il 1641, dove creò ulteriori capolavori, rimanendo nella città fino alla sua morte nel 1653. Il suo contributo all’arte e il suo impatto duraturo sulla scena artistica napoletana la rendono una figura straordinaria da scoprire e ammirare.
Dove vedere le opere di Artemisia Gentileschi a Napoli
Durante i suoi due soggiorni a Napoli, Artemisia Gentileschi, sebbene molto apprezzata come pittrice, non ricevette commissioni in numero paragonabile ai suoi colleghi maschi. Tuttavia, ecco dove puoi vedere le sue opere in città e nelle sue vicinanze.
1. Giuditta che decapita Oloferne – Museo di Capodimonte, Napoli, 1612-1613
Questo potente dipinto raffigura Giuditta, con l’assistenza della schiava Abra, mentre decapita il generale assiro Oloferne, durante l’assedio della città di Betula.
Artemisia, in contrasto con gli altri artisti dell’epoca, cattura il momento più cruento dell’atto, creando un’opera di straordinario realismo.
2. Annunciazione – Museo di Capodimonte, Napoli, 1630
L’origine di questo quadro rimane sconosciuta, ma è stato acquisito dal Real Museo Borbonico nel 1815.
È la prima opera con figure di grandi dimensioni realizzata da Artemisia Gentileschi a Napoli.
3. Sansone e Dalila – Palazzo Zevallos, Napoli, 1642
Questo dipinto fu probabilmente realizzato dopo il ritorno di Artemisia dall’Inghilterra a Napoli nel 1642, dove ricevette numerose commissioni.
4. Adorazione dei Magi – Cattedrale di Pozzuoli al Rione Terra, 1636-1637
Inizialmente conservata al Museo di San Martino a Napoli, questa straordinaria opera fa parte di un ciclo commissionato dal vescovo di Pozzuoli, Martín de León y Cárdenas, tra il 1636 e il 1637, in ringraziamento per la sopravvivenza della città durante l’eruzione del Vesuvio nel 1631.
Qui, Artemisia applicò la lezione caravaggesca alla luce delle influenze degli artisti napoletani.
5. Santi Procolo e Nicea – Cattedrale di Pozzuoli, 1636-1637
Un’altra opera appartenente al ciclo commissionato dal vescovo di Pozzuoli, questa tela è stata originariamente conservata a Capodimonte prima di fare ritorno a Pozzuoli.
6. San Gennaro nell’anfiteatro di Pozzuoli – Cattedrale di Pozzuoli, 1636-37
Ultima delle tre opere realizzate da Artemisia per la Cattedrale di San Procolo tra il 1635 e il 1637, prima del suo viaggio in Inghilterra per unirsi a suo padre Orazio, che stava lavorando oltremanica.
Le altre tele del ciclo (un totale di otto) furono realizzate da altri rinomati artisti dell’epoca.
7. Maddalena penitente – Museo Correale di Terranova, Sorrento, 1627-1629
Questa opera ha una storia intrigante, poiché in passato era classificata come “di autore sconosciuto” al Museo di Capodimonte.
Solo nel 2000, grazie a un restauro, fu scoperto un teschio durante la pulitura, e il dipinto fu attribuito ad Artemisia Gentileschi come una Maddalena penitente.
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In conclusione, l’eredità artistica di Artemisia Gentileschi è un tesoro nascosto che aspetta di essere scoperto a Napoli e nelle sue vicinanze.
Le sue opere, cariche di emozione, forza e realismo, sono testimonianze straordinarie del suo talento e della sua capacità di sfidare le convenzioni del suo tempo.
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Foto in copertina a cura di IlSistemone. Licenza Creative Commons: Attribution-Share Alike 4.0 International
Sara Daniele, copywriter, blogger, travel marketer. Laureata in Lingue e Letterature Straniere. Napoletana di origine e di indole, ho vissuto per due mesi a Londra e una parte del mio cuore è rimasta lì. Mi sento cittadina del mondo, ma l’odore del caffè mi riporta sempre a casa. Ho trovato la mia dimensione nel blogging e nei social media, perché uniscono le tre cose che più mi piacciono: le parole, le connessioni umane e la comunicazione.