Tracciare una linea netta tra realtà storica e immaginazione in una città come Napoli, che unisce in sé miti e leggende di ogni tipo, non è sempre facile.
Se l’hai già visitata, o se la conosci almeno un pochino, sai già di cosa stiamo parlando: Napoli è un crocevia di misteri, una culla di spiritualità e antichità che trova la sua massima espressione nei vicoli stretti che compongono il suo animatissimo centro storico.
E non pensiamo di esagerare nel dire che ogni vicolo, palazzo o chiesa di questa città straordinaria è custode di curiosità e leggende tutte da scoprire.
Non è un caso, infatti, se alcuni arrivano a definire Napoli una vera e propria “Capitale Spirituale” dove tutto e il contrario di tutto si incontrano e convivono in un’armonia che non sembra possibile altrove, in un “caos” che solo in questa città sembra trovare un suo ordine e una sua dimensione.
Uno dei luoghi che non smette mai di incantare i suoi visitatori proprio per l’aura di leggenda che emana è la Basilica di San Pietro ad Aram.
La chiesa sorge in uno dei quartieri più affollati di Napoli, nel cuore del centro storico.
Si trova, per la precisione, tra la stazione centrale, Forcella e il Corso Umberto I. Basti pensare che si trova a poca distanza dal vasto, dalla pizzeria Michele, dall’iconico murales di San Gennaro a opera di Jorit… insomma, si trova nel cuore dell’azione.
Questo va inteso anche in senso letterale: il suo stesso ingresso principale è nascosto e ostacolato da alcune bancarelle.
Se la cosa sembra quasi nascondere la chiesa, allo stesso tempo le conferisce un alone di mistero inimitabile.
L’intero quartiere è stato radicalmente snaturato dal Risanamento, questo è vero: ma la chiesa è sempre lì, silenziosa e immutata nel tempo, pronta a svelare i suoi tesori e ingiustamente ignorata dalle frotte di turisti.
Il traffico delle automobili e le urla del mercato locale sembrano quasi farla mimetizzare nel paesaggio circostante: ma lei resta lì, torreggiante e stoica, in attesa che i pochi amanti dell’arte e della storia – coloro che vogliono visitare Napoli alla ricerca dei suoi luoghi meno conosciuti – le diano la giusta soddisfazione.
La sua storia si perde in un passato così remoto che, ormai, distinguere ciò che è realtà da ciò che è leggenda è quasi impossibile.
E forse è anche superfluo voler cercare una distinzione tra realtà e fantasia, perché in fondo è proprio questo ad animare la mente e il cuore dei visitatori: l’incertezza e il dubbio, il modo in cui tutto sembri contraddirsi da solo e offra una soluzione sempre diversa a un problema mai espresso.
Il bisogno, insomma, di cercare la verità.
E c’è qualcosa, nella Basilica di San Pietro ad Aram, che sembra invitare i suoi visitatori a fare proprio questo: esplorarla e scoprirla, fare mille congetture.
Forse non si arriverà mai a una vera risposta, ma la curiosità fa parte del viaggio.
Chissà se i misteri che si celano dietro questa chiesa sono davvero così imperscrutabili. E se fossi tu a scoprire la verità?
Di cosa parliamo in questo articolo
Basilica di San Pietro ad Aram tra storia e leggenda
Come abbiamo già accennato, la storia di questa chiesa affonda le sue radici nella leggenda.
Per raccontare le sue origini dobbiamo fare un salto indietro di ben 2.000 anni: e, per la precisione, nel momento in cui l’apostolo Pietro fece sosta a Napoli nel suo lungo pellegrinaggio da Antiochia a Roma.
Qui, secondo la leggenda, il santo compì ben due miracoli guarendo i pagani Candida e Aspreno, gravemente malati. I due, successivamente, si convertirono e divennero santi a loro volta.
Piccola curiosità nota a pochi: Aspreno fu patrono di Napoli prima di San Gennaro. Sulla figura di Candida, invece, torneremo tra poco.
La Basilica prende il nome dall’altare dove Pietro aveva celebrato messa e compiuto i suoi miracoli: l’Ara Petri, custodito nei sotterranei della chiesa stessa. Il fatto che si tratti di un altare amato, venerato e curato dal 44 dopo Cristo è sufficiente per far venire i brividi: la storia che si può respirare in questo edificio è palpabile.
Il fatto che questa fosse tra le più antiche di Napoli le valse il privilegio di poter celebrare il giubileo un anno dopo quello romano.
Questo privilegio, concesso da papa Clemente VII nel 1526, valse per oltre un secolo. Fu un altro Clemente (VIII) ad abolirlo.
Ma, anche senza l’onore del giubileo, la chiesa è rimasta un punto di riferimento per i fedeli, soprattutto per i devoti a Santa Candida.
Eccoci tornare alla figura di questa Santa, nata pagana e guarita da San Pietro.
Anziana, malata e sofferente, Candida divenne così devota alla figura di Pietro da non voler mai più lasciare la chiesa.
Il pozzo miracoloso in cui il santo la fece immergere perché guarisse, noto anche come “pozzo di Santa Candida”, si trova nei sotterranei dell’edificio ed era noto per i suoi poteri miracolosi.
Pare che i benefici legati all’acqua del pozzo fossero collegati soprattutto alle nuove nascite.
Si diceva che un sorso d’acqua proveniente da questo pozzo bastasse ad alleviare i dolori delle partorienti, e che servisse anche a curare l’infertilità degli uomini.
Facciata esterna e opere di pregio interne
Ma se non basta l’aura di mistero che la circonda, ci sono i suoi dettagli architettonici e artistici a fugare ogni dubbio: siamo in presenza di un luogo che, come un libro, pagina dopo pagina, ti mostrerà la storia della città, come questa si sia trasformata nel tempo, pur restando fedele alla sua parte più ancestrale.
La facciata esterna è in stile neoclassico, attraversata lateralmente da lesene corinzie.
Ma è nel suo ambiente interno, a croce latina e navata unica, che è possibile ammirare opere risalenti alle diverse correnti artistiche che hanno attraversato negli anni la città. Tra queste spiccano:
- L’imponente affresco nel vestibolo, che racconta la conversione dei Santi Candida e Aspreno e rappresenta una delle più antiche vedute della città;
- Una commovente tela giovanile di Luca Giordano che ritrae San Pietro e San Paolo che si abbracciano prima di andare al martirio;
- Maddalena penitente di Francesco De Mura;
- Sant’Agostino che converte l’eretico di Giacinto Diano;
- Madonna delle Grazie di Giovanni da Nola;
- L’organo a canne della Pontificia Fabbrica d’organi Tamburini risalente al 1950.
La chiesa paleocristiana nella cripta
Per gli appassionati di leggende e misteri, il vero fiore all’occhiello della chiesa è la sua cripta.
Per raggiungerla basta scendere le scalette di pietra che partono dal transetto sinistro della chiesa.
Oltre all’antichissimo altare dove San Pietro celebrò la sua messa, si trova anche lo stesso Pozzo di Santa Candida, che in passato era una vera e propria meta di pellegrinaggio.
Oggi il posto sembra ancora trasmettere storia: quella stessa, antichissima storia che si tramanda da oltre duemila anni.
Ammirare questo piccolo spazio sacro, pensare ai miracoli che sono avvenuti qui, alle grazie richieste e a quelle ricevute, ti farà immergere in quel caleidoscopio di realtà e fantasia che appartiene non sono alla chiesa di San Pietro ad Aram, ma a tutta Napoli.
L’acqua era davvero miracolosa come dicono? Quante persone che hanno chiesto la grazia l’hanno effettivamente ottenuta? C’è ancora il soffio divino in questa chiesa?
Che in questo luogo i miracoli siano di casa, lo dimostra anche il fatto che sia stato per secoli adibito al culto delle anime pezzentelle!
Un luogo così antico e particolare, nascosto com’è dai colori e dai rumori del mondo esterno, sembra quasi una “capsula del tempo”: un piccolo mondo a parte dove Napoli sembra ancora respirare la sua anima ancestrale, e dove potrai scoprire una delle pagine più antiche della città.
Un luogo davvero originale, affascinante e insolito, che non può mancare nel tuo itinerario.
Basilica di San Pietro ad Aram: orari e come visitarla
La Basilica di San Pietro ad Aram è visitabile gratuitamente:
- il lunedì e il sabato dalle ore 16.30 alle 19.00
- il martedì e il venerdì dalle ore 7.30 alle 11.00
- la domenica dalle ore 8.00 alle 12.30
La cripta è visitabile ogni lunedì alle 16.30.
È davvero una fortuna che questa chiesa sia proprio ai confini del centro storico, a due passi dalla stazione: sembra quasi dare il benvenuto a chi arriva per la prima volta a Napoli, rivelandogli in anteprima le meraviglie che attendono il suo viaggio in città.
E a proposito di viaggio, cosa aspetti a prenotare il tuo prossimo soggiorno a Napoli?
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