La Basilica Santuario di Santa Maria del Carmine è una delle più grandi chiese di Napoli ed è un esempio lampante di barocco napoletano.
Per questo motivo abbiamo deciso di consigliartela e di parlare nel dettaglio della Chiesa, dopo aver già dedicato un articolo alla Piazza omonima, famosa anche per la notte dell’Epifania.
La Chiesa di Santa Maria del Carmine risale al XIII secolo e si trova in Piazza del Carmine, che un tempo formava un tutt’uno Piazza Mercato, luogo di importanti eventi storici per la città.
In origine, fu costruita in stile gotico in linea con le altre chiese angioine della città, fino a quando, tra il 1753 ed il 1766 grazie all’architetto Nicola Tagliacozzi Canale, la Chiesa assunse l’aspetto attuale.
A Napoli abbiamo l’abitudine di esclamare “Mamma d’o Carmene”, che esprime lo stretto legame con la Madonna Bruna, della quale l’icona si trova all’interno della Basilica.
Parleremo anche di questo, quindi se hai prenotato una camera da noi di Napoliving e sei curioso di scoprire di più della Basilica Santuario di Santa Maria del Carmine continua a leggere il nostro articolo.
Basilica Santuario di Santa Maria del Carmine: la storia
La Basilica è stata realizzata su disegno di Giovanni del Gaizo e presenta una facciata a due ordini architettonici classici.
La leggenda racconta che alcuni monaci portarono a Napoli un’immagine della Madonna Glicofilusa (la Madonna Bruna) venerata da loro sul monte Carmelo, in seguito alla fuga dalla persecuzione dei saraceni in Palestina.
In città, nei pressi della marina, c’era una cappella dedicata a San Nicola, concessa ai monaci che vi collocarono l’immagine della Madonna.
I documenti storici, invece, indicano la presenza dei carmelitani a Napoli nel 1268, quando viene descritto il luogo del supplizio di Corradino di Svevia nella piazza antistante la Chiesa di Santa Maria del Carmine.
L’icona della Vergine Bruna (chiamata così per il colore della pelle) sembra in realtà opera di scuola toscana del XIII secolo.
Corradino di Svevia
Corradino di Svevia, figlio di Corrado IV, crebbe in Baviera mentre sul trono italiano sedeva illegittimamente lo zio, Manfredi.
Dopo la sua morte, i ghibellini reclamavano la presenza di Corradino nella penisola, così nel 1267 si mosse alla riconquista del suo regno.
Giunto a Tagliacozzo trovò il nemico appostato e la disfatta della sua armata fu inevitabile, ma riuscì a mettersi in salvo insieme all’amico Federico d’Austria.
Fu però tradito da Frangipane e consegnato a Carlo d’Angiò, che lo condannò alla decapitazione il 29 ottobre 1268.
I resti furono prima gettati in un fosso e, in seguito alle richieste dell’arcivescovo di Napoli, sepolti all’interno della Chiesa del Carmine.
Nel 1847, Massimiliano II di Baviera fece erigere il monumento a Corradino e all’interno del piedistallo fece porre le ossa.
Il Crocifisso ligneo miracoloso
All’interno della Basilica, sulla tribuna tra navata e crociera, è visibile il Crocifisso in legno miracoloso.
Definito così per gli avvenimenti dovuti alla lotta tra gli Angioini e gli Aragonesi, per il dominio di Napoli, nel secolo XV.
Renato d’Angiò dominava in città quando Alfonso V d’Aragona la assediò: il primo collocò le sue artiglierie sul campanile del Carmine, trasformandolo in fortezza, quando il secondo posizionò l’accampamento nelle vicinanze dell’attuale borgo Loreto.
Secondo la leggenda, nel 1439 l’infante Pietro di Aragona fece dar fuoco a una bombarda, la cui palla sfondò l’abside della chiesa, volgendo in direzione del capo del crocifisso.
Gesù per evitare il colpo abbassò la testa sulla spalla destra, senza subire alcuna frattura.
Il giorno seguente, l’infante Pietro dava di nuovo ordine di azionare la bombarda, quando un colpo partito dal campanile gli troncò il capo.
Re Alfonso ritirò l’assedio, ma ritornò all’assalto nel 1442 e riuscì ad entrare trionfalmente in città.
Il suo primo pensiero fu raggiungere il Carmine per riparare l’atto insano del defunto fratello che aveva danneggiato il Crocifisso e fece costruire un sontuoso tabernacolo dove custodirlo.
Da allora, l’immagine viene svelata il 26 dicembre di ogni anno e resta visibile ai fedeli per otto giorni, fino al 2 gennaio.
All’interno della cripta della chiesa è ancora custodita la palla della bombarda che si diresse verso il Crocifisso miracoloso.
Masaniello
All’interno della Chiesa del Carmine troviamo anche una lapide dedicata a Masaniello, il pescatore che capeggiò il popolo napoletano contro il vicerè.
Accusato di pazzia, il 16 luglio 1647, cercò rifugio nella chiesa dove, interrompendo la celebrazione della messa, si spogliò nudo e iniziò il suo ultimo discorso al popolo napoletano.
Invitato dai frati a mettere fine a quello spettacolo indecoroso, obbedì, mettendosi a passeggiare nel corridoio del convento, dove lo raggiunsero alcune persone armate, che prima gli tirarono quattro colpi di archibugio e poi lo decapitarono.
Il popolo napoletano ricongiunse il corpo del cadavere alla testa per seppellirlo nella Chiesa del Carmine, dove i resti di Masaniello rimasero fino al 1799.
In quell’anno, Ferdinando IV di Borbone ne ordinò la rimozione al fine di evitarne l’idolatria popolare.
Negli anni ‘60, i carmelitani decisero di tramandare ai posteri il ricordo di quegli eventi con due lapidi, una nel convento dei frati dove Masaniello fu ucciso e l’altra in chiesa nel luogo della sepoltura, che recita:
“Mendace riparazione di un delitto preordinato.
Il sepolcro di Masaniello qui era ma fu tolto per mire politiche di un dispotico sovrano nel 1799 durante la Rivoluzione Partenopea.”
Basilica Santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore: orari
Ricordiamo che all’interno della Basilica sono stati celebrati funerali di diversi personaggi rappresentativi per la popolazione napoletana, come quello di Totò nel 1967 e quello di Mario Merola nel 2006.
Gli orari di apertura della Chiesa del Carmine sono:
- lunedì 06:45–12, 18–19:30
- martedì 06:45–12, 18–19:30
- mercoledì 06:45–12, 18–19:30
- giovedì 06:45–12, 18–19
- venerdì 06:45–12, 18–19:30
- sabato 06:45–12, 18–19:30
- domenica 06:45–12, 18–19:30
Ci teniamo ad indicarti che gli orari possono subire variazioni in base alle esigenze della Chiesa.
Speriamo che questi racconti sulla storia della Basilica del Carmine ti abbiano incuriosito e ispirato a visitare questo luogo a pochi passi da Napoliving.

Sara Daniele, copywriter, blogger, travel marketer. Laureata in Lingue e Letterature Straniere. Napoletana di origine e di indole, ho vissuto per due mesi a Londra e una parte del mio cuore è rimasta lì. Mi sento cittadina del mondo, ma l’odore del caffè mi riporta sempre a casa. Ho trovato la mia dimensione nel blogging e nei social media, perché uniscono le tre cose che più mi piacciono: le parole, le connessioni umane e la comunicazione.