A Napoli si comincia a respirare l’atmosfera natalizia, quando i primi giorni di dicembre in tutte le case partenopee spuntano liste di cibo da comprare, per non dimenticare nulla.
La cena della Vigilia e il pranzo di Natale sono un rituale importantissimo per ogni famiglia, quando ci si ritrova tutti insieme attorno al tavolo per condividere ricette e aneddoti di famiglia.
Ogni anno, ci si dedica alla realizzazione della cena della Vigilia e del pranzo del 25 dicembre, in modo meticoloso, rispettando le tradizioni.
Il menù è un vero e proprio rituale, da ciò che si compra a come lo si prepara. Ogni famiglia ha qualche piccola eccezione, ma in linea di massima la tradizione viene rispettata.
Parlando di tradizione, cosa si mangia a Napoli a Natale?
In questo articolo, ti illustreremo cosa aspettarti nel menù, semmai deciderai di visitare Napoli nel periodo natalizio.
La sera della Vigilia è tutto a base di pesce, molto magro e leggero per prepararti al pranzo del 25 dicembre, a base di carne e molto sostanzioso.
Di cosa parliamo in questo articolo
Antipasti del pranzo di Natale a Napoli
Gli antipasti del pranzo di Natale non sono una prerogativa della tradizione partenopea.
Ogni famiglia decide se iniziare il pranzo così oppure direttamente dal primo piatto, tuttavia quando sono presenti non deludono mai.
Di solito si tratta di affettati misti, spesso vari tipi di salami e prosciutto crudo, accompagnati dalla succulenta mozzarella di bufala campana e dalla provola di Agerola. Non manca poi qualche pezzo di formaggio stagionato.
Qualcuno aggiunge il fritto misto all’italiana, il baccalà fritto e le bruschette al pomodoro.
Se stai pensando che tutto questo basterebbe già a saziarti, sappi che è solo l’inizio!
Primi piatti del pranzo di Natale a Napoli
Un’antica tradizione partenopea vuole che il pranzo di Natale inizi con la Minestra Maritata, la cui ricetta pare risalga al 1500 circa.
Il nome deriva dal fatto che, in questa pietanza, le verdure e la carne si sposano – si “maritano” in dialetto napoletano – alla perfezione.
Le verdure, di solito scarole, verza e cicoria si uniscono alla carne di maiale, pollo e manzo, creando un sapore unico e inconfondibile.
L’altra portata, invece, varia da famiglia a famiglia: c’è chi propone i tortellini in brodo di gallina e chi non rinuncia alla pasta al forno, fatta con il ripieno di piccole polpettine fritte, come da tradizione napoletana.
Qualcuno sostituisce la pasta al forno con lasagne, cannelloni o sartù di riso, restando sempre nell’ambito di un primo piatto gustoso e ricco di ragù, mozzarella e carne macinata.
Secondi piatti del pranzo di Natale a Napoli
Pensavi fosse finita qui? Invece no, adesso entriamo nel vivo del pranzo di Natale a Napoli.
Anche in questo caso, il secondo varia da famiglia a famiglia, in base al gusto dei commensali.
C’è chi propone la carne utilizzata per preparare il ragù del primo piatto, come braciole imbottite, salsicce, cotiche di maiale, manzo oppure le polpette, prima fritte e, poi, cotte nel sugo.
Qualcun altro prepara il capretto al forno con le patate oppure un bel piatto fumante di salsicce e friarielli.
A questo, si aggiunge il fritto misto alla napoletana, dalle origini antichissime poiché è una creazione dei cuochi alle dipendenze dei nobili.
Per non buttare gli avanzi del giorno precedente, li mettevano insieme e li friggevano: ecco la nascita di panzarotti, mozzarelline, lo scagliuozzoli – triangolini di polenta rassodata – pizzelle e i micciarielli – patate e zucchine tagliate a forma di fiammifero.
Contorni del pranzo di Natale a Napoli
Ovviamente, in un pranzo di Natale così ben strutturato non possono mancare i contorni.
La star delle tavola è l’insalata di rinforzo, preparata con cavolo, broccoli, olive, peperoni, scarole, sottaceti misti, papacelle – una tipologia di peperone corto e polputo – condita con aceto.
Non è un contorno piacevole per tutti i palati, perché il suo sapore è molto forte e deciso, ma non manca mai nel menù, anche solo “per devozione”.
Frutta secca e dolci del pranzo di Natale a Napoli
A Natale, a Napoli, non mancano mai le “ciocele”, termine dialettale per indicare tutta la varietà di frutta secca, indicata anche come “‘o spass”.
La frutta secca viene tenuta in un cestino di vimini e portata in tavola, per rilassarsi e chiacchierare a fine pasto e, di solito, si tratta di un assortimento di noci, mandorle, nocciole Campane, fichi del Cilento e datteri.
In molte famiglie, la tradizione vuole in tavola anche la presenza delle castagne del prete, cotte a forno e, poi, idratate immergendole in acqua oppure in una miscela di acqua e vino.
Per terminare il pranzo di Natale, ci sono i dolci: struffoli, raffiuoli semplici e a cassata, susamielle, mostacciuoli, roccocò, pasta reale, sapienze e divino amore.
Un buon liquore nocillo e un ottimo caffè napoletano concludono questo lauto pasto natalizio.
Sara Daniele, copywriter, blogger, travel marketer. Laureata in Lingue e Letterature Straniere. Napoletana di origine e di indole, ho vissuto per due mesi a Londra e una parte del mio cuore è rimasta lì. Mi sento cittadina del mondo, ma l’odore del caffè mi riporta sempre a casa. Ho trovato la mia dimensione nel blogging e nei social media, perché uniscono le tre cose che più mi piacciono: le parole, le connessioni umane e la comunicazione.